Trovare del razzismo nel caso social Osimhen è solo un pretesto politico: il comunicato del Ministro nigeriano è assolutamente fuori luogo.
Partiamo da un presupposto: il razzismo è ramificato in ogni angolo del mondo. Non esiste un singolo luogo dove non sia presente il razzismo (che sia di genere o identità): le persone stupide sono ovunque. Ci sono luoghi dove sono la minoranza e luoghi dove purtroppo sono in maggioranza. Quindi non riesco a dire “Napoli non è razzista”.
Napoli è “Siamo tutti Koulibaly”
Non riesco a dire “Napoli non è razzista”, ma posso ricordare che il 7 febbraio 2016 migliaia di napoletani si presentarono al San Paolo con la faccia stampata di Kalidou Koulibaly, vittima di ululati razzisti nel match di pochi giorni prima contro la Lazio all’Olimpico, per urlare al mondo “Siamo tutti uguali”.
Inoltre, riesco a dire con certezza che quel video ironico di TikTok non può essere usato come pretesto per marchiare con il termine “razzista” una società, una tifoseria e una città. L’intervento del Ministro dello Sport nigeriano è fuori luogo e rischia di creare solo ulteriori polemiche.
Sarebbe arrivato il momento di chiudere qui la questione. E per farlo servirebbe un comunicato o dichiarazione pubblica di Victor Osimhen. Che siano scuse o spiegazioni, ora deve prendere la parola. Solo così si può scrivere finalmente la parola “fine” su questo polverone.