Anche il grande ex allenatore del Napoli interviene sulla faccenda Osimhen e risponde così alle domande sull’attaccante
Intervistato oggi dalla Gazzetta dello Sport, Ottavio Bianchi racconta, tra le tante domande, la sua esperienza ed il personale ricordo della città. Prima centrocampista degli azzurri con il quale ha messo a segno 14 reti in 109 presenze di campionato tra il 1966 ed il 1971 e poi tornato all’ombra del Vesuvio come allenatore.
Seduto sulla panchina partenopea prima dal 1985 al 1989 e poi per la stagione ’92-’93, tanti sono i tifosi ad averlo apprezzato per quanto fatto per la squadra. Suo il primo scudetto conquistato nella storia del Napoli nel 1987. Di Ottavio Bianchi è anche la prima Coppa Uefa conquistata nell’annata 1989 poco prima di chiedere la rescissione (negata) al presidente Ferlaino per poter allenare la Roma.
Il pensiero di Bianchi su Napoli e Osimhen
Intervistato dalla Gazzetta dello Sport ad Ottavio Bianchi, oggi 80enne, è stato chiesto quale fosse il suo ricordo di Napoli e di Maradona, che ha allenato per tanti anni e con il quale ha vinto tanti trofei. “Con Diego farei il giro del mondo, con Maradona no – ha raccontato Bianchi – Lo penso ancora con tristezza per la sua fine. Spesso mi sento ancora con il suo preparatore Signorini”.
Alla domanda su cosa pensasse di Napoli, Bianchi ha risposto che la città e gli abitanti partenopei gli sono rimasti nel cuore. “Napoli per me ha rappresentato una lezione di vita. Lì sono stato rispettato prima come uomo e poi come calciatore o allenatore. Non è una città da luoghi comuni e sono contento di averla vissuta in due epoche diverse”. Alla domanda su Osimhen, l’ex allenatore e centrocampista del Napoli ha prima spiegato quanto fosse importante un calciatore di quelle caratteristiche per il Napoli e poi fatto capire che bisogna rispettare il ruolo di giocatore e allenatore per cui, la scenata in mondovisione dopo il cambio di Rudi Garcia, era da evitare secondo Ottavio Bianchi.