Il Napoli ha ufficialmente un nuovo allenatore: trattasi di Walter Mazzarri, protagonista di un retroscena poco ricordato.
In quel di Napoli, dopo estenuanti giorni di attesa e numerose debacle fin qui vissute in stagione, l’odissea Rudi Garcia ha trovato la propria conclusione in seguito alla sconfitta casalinga maturata contro l’Empoli. Uno stop fin troppo significativo per passare inosservato senza compiere gesti, tanto da divenire la principale chiave dell’esonero del tecnico francese. Un esonero strano quello che ha però caratterizzato l’ormai ex mister azzurro, annunciato in maniera ufficiosa già in seguito alla debacle con l’Empoli ma difatti ufficializzato qualche giorno dopo ed anche abbastanza in sordina.
Questo, a causa delle numerose news subito susseguitesi circa il sostituto proprio di Garcia. Uno scenario alquanto sorprendente nonché consono al modus operandi targato Napoli, da anni abile a lavorare sotto traccia per nomi non propriamente esaltati dalla stampa. L’accelerazione per Mazzarri, mentre tutti già parlavano di Tudor, è infatti l’ennesima conferma di una regola che ha quindi portato il tecnico toscano nuovamente sulla panchina azzurra. Un vero e proprio ritorno, quindi, per l’allenatore all’ombra del Vesuvio, che nasconde però un particolare retroscena.
Per Mazzarri, infatti, non si tratterà della seconda esperienza in maglia Napoli, bensì della terza. La prima, spesso dimenticata, è infatti pronta ad essere portata da noi alla ribalta.
Mazzarri-Napoli, l’esperienza dimenticata
Pensare alla figura di Walter Mazzarri in ottica Napoli riporta sicuramente alla mente dei tifosi la splendida avventura vissuta tra il 2009 ed il 2013. Erano quelli gli anni delle rimonte nei minuti finali, del ritorno in Champions, delle emozioni contro Bayern Monaco, Chelsea e Manchester City nonché del trionfo storico in Coppa Italia contro la Juventus. Un periodo senz’altro rimasto nel cuore dei supporter partenopei, al contrario della prima esperienza del tecnico in azzurro.
Non tutti sanno infatti che Walter Mazzarri ha incrociato il proprio percorso con il Napoli già nella stagione 98/99. Era quello il Napoli di Taglialatela, Turrini e Bellucci, che concluse la stagione al 9º posto in Serie B sotto la guida di Vincenzo Montefusco, subentrato a Renzo Ulivieri. Ebbene, l’allenatore in seconda di quella squadra (nonché preparatore dei portieri in seguito all’esonero di Ulivieri) era proprio un giovane Mazzarri, all’epoca trentottenne ed ancora sprovvisto dell’abilitazione ad allenatore professionista.
È quindi questa una parentesi dimenticata in orbita Napoli, anche a causa dei toni parecchi anonimi dell’annata, ma che rappresenta senz’altro un punto fondamentale della carriera di Mazzarri. Per il tecnico infatti, quella fu l’ultima stagione passata ricoprendo il ruolo di collaboratore o vice, dato che fu appunto seguita dall’incarico di allenatore del Bologna Primavera dal ’99 al 2001 e poi dall’esperienza all’Acireale in Serie C, difatti punto di partenza della scalata “mazzarriana“.