Jorginho Frello, campione d’Europa con l’Italia nel 2021 e della Champions con il Chelsea, si è espresso sul suo passato al Napoli.
Il Napoli di Luciano Spalletti ha scritto una delle pagine più belle della storia targata 1926. Il terzo scudetto napoletano è stato il coronamento di un’annata stupenda, in cui una squadra partita contro ogni favore dei pronostici, è stata non solo in gradi di vincere, bensì dominare la Serie A.
Un Napoli bello e concreto, capace di nascondere il pallone agli avversari grazie alle qualità dei vari Lobotka e Zielinski, ma allo stesso tempo di verticalizzare in maniera improvvisa basandosi sulle accellerazioni di Osimhen e Kvaratskhelia. Scudetto, miglior piazzamento della storia in Champions League, insomma, a mani basse la stagione più luminosa dell’era De Laurentiis.
Nonostante ciò, seppur senza titoli, un altro Napoli era stato in grado di far innamorare tifosi azzurri e non attraverso il suo gioco, parliamo della squadra allenata da Maurizio Sarri. Un team bello ma allo stesso tempo sfortunato, in grado di arrivare secondo con ben 91 punti, un fatto mai accaduto nella storia del massimo campionato italiano.
Jorginho ricorda Napoli: “I tifosi non ci credevano”
Il Napoli dei 3 tenori: Insigne, Mertens e Callejon. Il Napoli di capitan Hamsik e della coppia inamovibile formata da Albiol e Koulibaly, ma non solo. Jorginho Frello, centrocampista italo – brasiliano acquistato dall’Hellas Verona un anno e mezzo prima dell’avvento di Sarri, è stato a mani basse una colonna del sarrismo.
Il modo inusuale di interpretare la regia da parte del centrocampista attualmente in forza all’Arsenal, ha rappresentato l’amalgama perfetto per completare l’idea di gioco di Sarri, capace di rinunciare forse all’unico vero acquisto consigliato nella sua esperienza napoletana, quello di Mirko Valdifiori. Ai microfoni di The Athletic, Jorginho si è espresso ricordando la sua esperienza sotto l’ombra del Vesuvio:
“Nei primi mesi al Verona segnai 7 goal, così fui ceduto al Napoli. Arrivato in città, i tifosi non erano convinti delle mie qualità, poi abbiamo fatto la storia per il modo in cui interpretavamo il calcio”.
Jorginho, ha poi proseguito analizzando il suo stile di gioco, facendo il punto sulle proprie caratteristiche e punti di forza:
“Fisico e velocità non sono i miei punti di forza, per questa motivazione non ci faccio affidamento. Nella mia carriera in generale ho imparato ad accettare le critiche trasformandole in una sorta di stimolo: o ti buttano giù, o reagisci per dimostrare che la gente sbaglia”.