Giacomo Raspadori ha rilasciato una lunga intervista alla Gazzetta dello Sport e ha spiegato cos’è cambiato rispetto allo scorso anno.
In questo inizio di stagione, grazie anche all’infortunio di Victor Osimhen, il centravanti del Napoli è stato molte volte Giacomo Raspadori. Il numero 81 azzurro ha guidato l’attacco del Napoli e il suo impatto, soprattutto quando impiegato da prima punta, è stato positivo.
Oltre che con il Napoli, Raspadori è stato il centravanti titolare dell’Italia nelle due sfide decisive che hanno portato alla qualificazione degli azzurri a Euro2024. Questo certifica la crescita di Raspadori che ha vestito anche la maglia numero 10 della Nazionale.
Giacomo Raspadori ha rilasciato una lunga intervista alla Gazzetta dello Sport. Sono davvero tantissimi i temi trattati dal giocatore del Napoli e il tema principale è stato certamente l’azzurro.
Nello specifico, Raspadori ha parlato dei suoi esordi, dei suoi sogni da bambino e di università. Il numero 81 azzurro, poi, ha ovviamente parlato anche di Napoli.
Di seguito un estratto delle parole di Raspadori:
Mi racconta il primo impatto con Napoli?
“Sin da subito essere qui è stato un motivo di orgoglio. Mi avevano cercato Juve, Milan, Inter ma sono felice di giocare nel Napoli, anche per la storia dei calciatori, vorrei ricordare solo Maradona e Juliano, che hanno indossato questa maglia. lo sono ambizioso e sapevo che questo era il luogo giusto: dopo il magnifico tempo trascorso al Sassuolo, avevo bisogno di uscire dalla mia comfort zone, di lottare per uno scudetto e nelle coppe internazionali. All’inizio è stato strano, ma qui c’è energia, si vive la gioia di vivere e si percepisce una passione per il calcio che è febbre e amore vero, collettivo, quotidiano. Sono felice, qui”.Scudetto?
“Lo scudetto era nell’aria, quell’energia ci sospingeva. La città fibrillava, e noi con lei. E’ stata una vittoria della squadra, dell’allenatore, della società. Ma anche di tutta la città: si percepiva un desiderio comune, un’attesa vissuta in ogni casa che poi è diventata gioia collettiva”.Cosa non funziona quest’anno?
“Non credo ci sia qualcosa di particolare. Penso sia fisiologico, dopo la vittoria dello scudetto. Non è un alibi, ma l’anno scorso è stato emotivamente dispendioso, non siamo abituati a vincere, non abbiamo sempre la cattiveria che discende da quella convinzione. Dobbiamo ritrovarla, ci stiamo lavorando. Siamo una grande squadra. Non possiamo e non dobbiamo dimenticarlo mai”.
Articolo modificato 15 Dic 2023 - 14:50