Il Mazzarri-bis ha qualcosa che non va: in cosa l’allenatore del Napoli dovrà obbligatoriamente cambiare rotta.
Va ammesso senza paura di sembrare incoerenti: la versione 2.0 di Walter Mazzarri è sicuramente meno peggio delle aspettative iniziali. Un allenatore che sta provando a metterci del suo, sperimentando accorgimenti (l’ultimo è di ieri, con Politano centrale per bloccare Çalhanoğlu) e staccandosi dall’idea di fare copia e incolla con il Napoli di Spalletti.
Ha riportato il Napoli verso la difesa a 3 o 5, a seconda delle fasi di possesso, catapultandolo nel passato, con la speranza di dargli un nuovo futuro. C’è però un aspetto che demolisce la sua nuova versione, uno di quelli che non è riuscito ad aggiornare, restituendo al Napoli anche un aspetto troppo provinciale che si sperava fosse sepolto.
Mazzarri-bis, cosa non va
Questa continua sceneggiata contro le scelte arbitrali è diventata inopportuna e fuori luogo. Non è così che si ottiene qualcosa, non riprovando a battere i record di espulsioni, né assentandosi dalle conferenze stampa perchè incapaci di tenere a freno la propria adrenalina.
È in questo passaggio che si smarrisce la strada verso la meta dell’allenatore moderno, ancorando al passato se stesso e il suo club, quel Napoli che negli anni aveva provato a dare svolte importanti. Andare via dopo il gol dell’Inter non è neanche un bel messaggio ai suoi stessi calciatori, così come non lo è mancare alla premiazione.
Se Mazzarri desidera davvero tornare nel calcio che conta, anche dopo la parentesi di questi mesi, ha bisogno di un reset anche comportamentale, in campo e dinanzi alle telecamere. La caccia all’arbitro a un certo punto infastidisce.