Un retroscena interessante riguardante Kvaratskhelia e ciò che è successo al termine della Supercoppa Italiana tra Napoli e Inter.
Una sconfitta amara per il Napoli, che perde la finale di Supercoppa Italiana per 0-1 con l’Inter. Alla fine a risultare decisiva è una rete di Lautaro Martinez in pieno recupero, un sigillo che spegne i sogni degli azzurri di potersi giocare il trofeo ai calci di rigore.
La prestazione del Napoli è stata dignitosa, seppur ci siano stati fin troppo pochi tentativi verso la porta di Sommer. Mazzarri ha puntato tutto sulla solidità difensiva e sulle ripartenze. La prima parte del piano è andata a buon fine, considerando che – a parte l’arrembaggio finale – non si contano clamorose occasioni per l’Inter. Male invece la seconda parte della strategia, con il Napoli che non riusciva a pungere, frutto di una qualità di uscita dalle retrovie spesso non pulita e frutto di lanci nel vuoto.
Kvaratkhelia rincuora tutti i compagni dopo la sconfitta, il bel gesto dopo Napoli Inter
A brillare a tratti è stata la stella più lucente dei partenopei, quel Kvaratkshelia ancora lontano parente del meraviglioso calciatore ammirato nella scorsa stagione. Eppure qualche segnale del georgiano c’è stato, qualche guizzo e poco altro, ma la sensazione è sempre che quando il pallone transita dai suoi piedi qualcosa possa accadere da un momento all’altro. Bella soprattutto la scena vista a fine gara, con il classe 2001 entrato in campo per sostenere tutti i suoi compagni affranti sul terreno di gioco. A sottolineare il suo comportamento da leader è l’edizione odierna della Gazzetta dello Sport:
A fine partita, gli azzurri si cercavano tra loro. Le immagini televisive coglievano Kvaratskhelia che incrociava i compagni di squadra e dava a ciascuno una pacca sul petto. Che era come una carezza sull’orgoglio e sulla delusione del Napoli nella notte di Riad.
Il Napoli torna dall’Arabia Saudita con ritrovate consapevolezze. Anzitutto la scelta di Mazzarri di cambiare registro alla squadra, dandogli un impronta – appunto – più “Mazzarriana”. E non c’è nulla di male a proporre un calcio diverso, fatto più di contenimento e di ripartenze, un calcio forse più nelle corde dell’attuale allenatore azzurro. Il gioco del Napoli dell’anno scorso va dimenticato e prova a replicarlo con principi totalmente differenti – vedi attuazione del pressing, oltre che alla pulizia dell’uscita dal basso o giocate codificate – non serve né a Mazzarri né al Napoli stesso.