Torna a parlare di Napoli mister Luciano Spalletti, intervenuto a margine dell’assegnazione del premio FIFA The Best Coach of 2023. Quanto detto.
La giornata del 23 gennaio è stata caratterizzata dall’assegnazione dei premi FIFA The Best, che hanno visto mister Luciano Spalletti presenziare fra i 3 possibili vincitori del riconoscimento di “Coach dell’anno“. Un traguardo, purtroppo, non raggiunto dal fu tecnico del Napoli, sconfitto in graduatoria da Pep Guardiola e chiamato a condividere il podio con l’altro italiano Simone Inzaghi. Ai margini della premiazione, avvenuta in quel di Londra, sono però arrivate le dichiarazioni da parte dello stesso Spalletti, intervenuto anche sul Napoli.
Scudetto, successo e calore in quel di Napoli. Questi i temi affrontati da Luciano Spalletti in occasione della consegna del titolo FIFA The Best Coach of 2023, vinto da Guardiola. Di seguito, le parole sugli azzurri ad opera dell’attuale CT della Nazionale italiana:
Sui motivi del successo avuto con il Napoli:
“Per giocare dell’ottimo calcio e fare degli ottimi risultati serve avere degli ottimi calciatori a disposizione. Noi siamo riusciti a costruire tutto ciò in una città che da tradizione nutre molto affetto verso la propria squadra e i propri calciatori, e ciò lo ha reso speciale. Siamo riusciti a fondere la qualità del gioco con la passione dei napoletani”.
Sui festeggiamenti dello Scudetto:
“Prima di tutto va detto che i festeggiamenti avuti a Napoli sono stati aperti a chiunque volesse unirsi. Turisti, tifosi dell’Inter, del Milan e della Juventus, ho visto davvero di tutto in città. Il tutto è stato una vetrina fondamentale per Napoli e un messaggio forte da far arrivare in tutto il mondo. I napoletani, poi, con la loro creatività, hanno reso il tutto più unico”.
Sui migliori momenti della stagione:
“Siamo partiti forte ed abbiamo finito in maniera altrettanto forte la nostra cavalcata. Alcune partite sono state più fondamentali di altre, e ci hanno permesso di guadagnare concretamente lo Scudetto. Giocatori come Rrahmani, Kim, Di Lorenzo, Lobotka, Anguissa, Zielinski, Kvaratskhelia e Osimhen hanno fatto vedere le loro qualità a tutta Europa e al mondo intero, vincendo un premio meritato”.
Infine, sulla differenza fra l’allenare un club e l’allenare una Nazionale:
“Allenare una Nazionale presenta molte differenze rispetto all’allenare un club. Non essere presenti sul campo nel quotidiano è molto difficile, ma tali mancanze svaniscono non appena si canta l’inno d’Italia con la mano sul cuore insieme a 60.000 italiani. Le dinamiche sono differenti, ma l’importante è creare le giuste relazioni con i calciatori, perché senza quelle non si riesce a giocare”.
Articolo modificato 24 Gen 2024 - 12:43