De Laurentiis, la conferenza stampa completa: che rivelazione su Spalletti

La tanto attesa conferenza stampa di Aurelio De Laurentiis, che è pronto a rispondere alle domande dei giornalisti presenti in sala

Il presidente ha deciso di organizzare una conferenza stampa per questa mattina. Si tratta di una settimana molto importante per il prosieguo della stagione del Napoli. Domenica c’è il Milan, in un big match che dirà tanto sulle ambizioni Champions del club partenopeo.

Come ribadito tante volte, anche dallo stesso De Laurentiis, la top four deve essere l’obiettivo del Napoli. Per ora, complici gli stop frequenti delle altre concorrenti, è ancora a portata di mano, basti pensare che gli azzurri distano solo quattro punti dall’Atalanta quarta. Una vittoria a Milano, a San Siro, potrebbe poi dare quella spinta mentale in più per continuare al meglio la stagione, al netto delle tante difficoltà avute durante questa prima parte di stagione.

Le dichiarazioni di De Laurentiis in conferenza stampa

Tanti i temi toccati da De Laurentiis. Di seguito tutti i passaggi della conferenza stampa, resa visibile sul canale YouTube ufficiale del Napoli:

“Dopo il Monza in conferenza vi dissi la colpa di tutto quello che sta succedendo è solo mia. Vi spiegherò il perché.

Dopo 19 anni devo considerare il parterre napoletano una bella famiglia, dopo aver vinto uno scudetto, avere sempre dubbi fa male. Devo ringraziare Umberto Chiariello. Lui ha fatto centro, è riuscito con grande lucidità ad analizzare ciò che è accaduto.

Mi sono assunto tutte le colpe. Io avevo fatto bene il contratto di Spalletti, aveva lo stesso contratto di Benitez. Quando ho esercitato l’opzione, che è un fatto unilaterale e in tanti nel mondo del calcio non capiscono, prevedeva un ulteriore anno. Io entro un termine predeterminato avevo il diritto di esercitarla, con una comunicazione scritta, come prevede la legge. Ad un certo punto siamo andati in ulteriore ritiro in Turchia, durante l’interruzione per il Mondiale. Siamo tornati e dopo un febbraio e gennaio meravigliosi, abbiamo avuto un calo a Marzo. Anche Kvara, la grande scoperta dell’anno scorso, non ha più segnato.

Devo riconoscere a Spalletti che, come Benitez, ha deciso di dormire qui. Il che vuol dire essere concentrati sul pezzo e svegliarsi la notte. Cosa che confermerà anche lui nel film scudetto che sto montando. Tra l’altro non pensavo mai che mi fosse costato così tanto. Voglio che voi giornalisti mi suggeriate se debba fare anche una proiezione con quattordici schermi allo stadio. Ritornando al punto, io ci rimango malissimo nell’uscita dalla Champions, io mi aspettavo di poterla vincere. Se l’Inter, che è arrivata a venti punti da noi in campionato, è arrivata a giocarsela, perché io non devo giocare in finale? Arrivare in finale avrebbe portato il Napoli al Mondiale per Club, che vuol dire altri cento milioni di investimenti. Al 24 marzo io dico “Spalletti rimarrà con noi”. Poi le sconfitte con il Milan.

A un certo punto, il 21 aprile, io per tirare su il morale di Spalletti che vedevo ammosciato dopo le tre partite con il Milan, mi sono mostrato al suo fianco . Gli mandai giuridicamente l’esercizio dell’opzione per il rinnovo, via PEC perché i contratti sono contratti, altrimenti che li facciamo a fare. Mai avrei creduto che nella cena del 12 maggio, all’altro loco, lui ci comunicasse la sua intenzione di volersi prendere un anno sabbatico. Non mi sono dato per vinto e volevo trovare un modo per trattenere amichevolmente e giuridicamente Spalletti. A me venne anche il dubbio che Gravina lo avesse già contatto, ma i dubbi senza prove lasciano il tempo che trovano. Il mio errore è stato non impormi sulla permanenza di Spalletti. Dovevo tenere il punto fermo.

Se dici di amare tanto questa città non credo che tu dica “non voglio più allenare”. Si sapeva che Kim sarebbe andato via a fine stagione, quelle erano le condizioni per portarlo a Napoli. Il mio errore è stato quello di accettare la richiesta di Spalletti, per riconoscenza di avermi portato lo scudetto dopo 33 anni.

Un’ultima precisazione: non vi dimenticate che l’altro anno è stato un anno più semplice di quest’anno. Il Liverpool è arrivato quinto. Con il Liverpool di quest’anno o con l’Ajax di quest’anno avremmo avuto più problemi, o forse no”.

LE MOTIVAZIONI DI SPALLETTI: “Forse lui ha immaginato che aveva tirato fuori da questo gruppo il massimo. Io non sono nella testa di Spalletti e non posso poi capire quali siano state le vere motivazioni. È umano per uno che non ha mai vinto in Italia, uscire dalla scena da grande vincitore. Ed è l’unica interpretazione non malevola che so dare”

SEGNALI INCORAGGIANTI PER IL FUTURO: “Guardando avanti, io vedo al 2030. Sto immaginando quello che devo fare perché il 2030 questa squadra sia in grado di poter competere con le più forti del mondo, anche economicamente. Mi accusano di non avere il vivaio, beh insomma. Avere una seconda squadra di proprietà, che ci ha permesso di far crescere giocatori come Cheddira e Folorunsho vuol dire che siamo sul pezzo. Sono sempre stato l’alfiere della napoletanità. Quest’anno chiudo il bilancio con più di 80 milioni e una riserva di 147 milioni, però quando vedo certi articoli sento invidia e mi dispiaccio molto. I miei collaboratori sono di altissimo livello. Anche Giuntoli è partito dal basso, è cresciuto con noi, nascondendomi di essere uno juventino sfegatato, se lo avessi saputo non l’avrei trattenuto, e nessuno si è mai permesso di criticare la scelta”

RITORNANDO A SPALLETTI: “Non mi sono fatto fare da Spalletti, ma mi sono voluto far fare. Ho esercitato l’opzione pochi giorni dopo la sconfitta con il Milan. Non puoi indispettirti per aver mandato una pec.”

THIAGO MOTTA: “Già in una conversazione di sei ore a Roma mi disse che puntava ad allenare squadre fuori dall’Italia, di cui non faccio il nome. Quando tu vai a fare una scelta dell’allenatore deve essere bilaterale. Con l’agente di Enrique siamo stato tre giorni a parlare poi lui ha scelto il PSG. Ci sono club più blasonati. In quel caso io non mi arrabbio mai. Come accaduto anche con Dragusin e il Tottenham, noi avevamo messo più soldi di altri, ma in questi casi non puoi farci niente. De Laurentiis fa l’imprenditore e l’imprenditore si interessa della propria impresa. Mio padre mi ha insegnato a conoscere tutti i costi di produzione di un film. Interessandomi di tutti gli aspetti. Cosa che sto facendo anche con il film dello scudetto del Napoli. Non mi si può dire che intervengo troppo. Fa parte della mia cultura. Io ho messo sin dall’inizio di tasca mia i soldi per comprare la società. Sono uno che quando decide di fare appartengo al mondo del fare e non al mondo del far fare agli altri. Quando sento dire che è una società spoglia, io rispondo: Meluso è un collaboratore di tutto rispetto.”

SUL FUTURO: “Il De Laurentiis che gestirà il futuro sarà lo stesso degli anni precedenti. Con una non conoscenza del calcio, però i giocatori più importanti della storia del Napoli li ho trattati io. In quel di gennaio fui io a trovare Spalletti al Bosco Verticale, e gli chiesi di subentrare a Gattuso qualora non si fosse sentito bene. Sono andato avanti fino a gennaio, subendo da Faroni quel pareggio che mi è costato la Champions. Non dimenticate che a Spalletti il primo anno i tifosi gli hanno rubato una macchina, e lo hanno invitato ad andarsene. Una roba incomprensibile e irripetibile. Questa è una città complessa dove bisogna avere la possibilità di ascoltare tutti. Se non ci fossi io lo stadio non si farebbe, il centro sportivo come quello del Manchester City non si farebbe. Ci sono miei soldi personali come garanzia”

ATTACCO ALLA LEGA: “Non saremo mai come l’Inghilterra perché in Italia i voti dei tifosi servono ai politici. Non vogliono negargli, anche se fossero fuorilegge la frequentazione dello stadio. Bisogna azzerare la Melandri, che ha rovinato cinema e calcio. Dal 2016 in Germania non esiste il divieto di vendere ad una sola società i diritti tv, da noi esiste. Per questo abbiamo svenduto a DAZN e a SKY il campionato italiano per i prossimi cinque anni. La Lega nostra è indecente, non siamo strutturati come un’associazione d’imprese. Non siamo la vera confindustria del calcio. Il problema non sono le 18 squadre, ma quali squadre. Sono sempre le stesse squadre a competere per la colonna destra della classifica. Il torneo non è competitivo per tutti quanti. Copiamo l’NBA, si dà la possibilità a tutti di fortificarsi negli anni. Questo è un mondo rarefatto, dove la logica non esiste”.

RAPPORTI NON SERENI CON SPALLETTI: “Avendo tutti quei punti di vantaggio ero molto assente. Ero appresso a Verdone, dovendo uscire da Amazon ed entrando in Paramount. Non ho mai trovato contrasto con Spalletti. Io facevo il presidente e lui l’allenatore. Non entro nel merito delle sue considerazioni, ma uno che mi viene a dire di voler tornare a voler curare le sue cose e poi torna ad allenare la Nazionale… Il voler uscire da vincitore è umano”

De Laurentiis e il capitolo Garcia: “Vi spiego tutto”

CAPITOLO GARCIA: “Credo che sia stato il miglior allenatore della Ligue 1 nel 2011. Poi alla Roma due secondi posti. Nel 2016 viene esonerato. Roma con uno spogliatoio mica facile da gestire. Nel 2017-18 va in finale di Europa League contro l’Atletico Madrid, alla guida del Marsiglia. Poi la semifinale di Champions con il Lione, eliminando la Juventus e il Manchester City. A Capodimonte lo presi come un gioco, ma avrei dovuto subito mandarlo a casa. Ma i tifosi cosa avrebbero detto? Se io avessi portato subito Mazzarri? Cosa avreste detto? Io ho cercato di dare delle possibilità a Garcia, parlandoci e quando mi ha ascoltato abbiamo vinto, quando mi allontanavo faceva cose discutibili. Nell’ultima partita, durante l’intervallo gli ho detto: “Cosa stai combinando? Vuoi veramente farti mandare via?”. Dopo l’ho mandato a quel paese. L’Empoli è sempre una sorpresa, è brava la proprietà con il vivaio”

SULL’ULTIMA GARA: “Poiché quello stadio è maledetto, non si riesce a vedere nulla, io me ne sono andato nello spogliatoio per vedere lo sviluppo della partita. Aldilà del fatto che i vari acquisti e Lindstrom hanno giocato bene. Mazzarri è bravo perché ha l’umiltà. Kvara spostato più centrale è tutta un’altra roba. Per voi è tutto facile, ma in realtà è più complicato”

IL MESSAGGIO DA DARE CON LA CONFERENZA: “Voglio vincere il più possibile, quindi voglio dare una dignità al Napoli. Noi combattiamo in un contesto sbagliato, però siamo l’unica squadra in Italia con un bilancio attivo, che gioca con squadre indebitate di quasi un miliardo, che non dovrebbero nemmeno iscriversi al campionato. Noi fatturiamo il cinquanta per cento di quello che fatturano Juventus, Inter e Milan. Ma noi ce la mettiamo tutta. È certo che poi quando sento parlare in Lega solo di calcio femminile, dico che agiscono senza ragionare in Lega. Agiamo in un consiglio di Lega dove c’è l’Empoli, l’Atalanta, il Milan e il Verona. Loro prendono le decisioni per tutti quanti noi”

SULLA PREPARAZIONE ATLETICA DI GARCIA: “Esonerare è sempre doloroso, sia per l’esonerato ma sopratutto per chi lo esonera. Ho fatto una capa tanta a Rongoni. Garcia mi ha convinto a cacciare Sinatti, grandissimo errore. Ho pensato tante volte di cacciare prima Garcia, anche quando ho fatto la conferenza alla LUISS a Roma. Il giocatore oggi è una macchina da guerra che deve fatturare per sé stesso, quindi è interessatissimo ad andare bene. Tant’è che tante volte ho detto a Rongoni di non dover lavorare solo sulla forza. Gli avevo messo a disposizione una squadra intera di preparatori di Spalletti per comprendere come far rendere al meglio questi giocatori.”

SU KVARA: “Ho chiamato il clan di Kvara tre mesi fa. Gli ho scritto quello che avrei voluto fare e mi hanno detto che stanno bene qua. Ne riparliamo a fine campionato.

De Laurentiis Napoli
De Laurentiis Napoli (FOTO SpazioNapoli) – Spazionapoli.it

CENTRO SPORTIVO E STADIO:Fra un anno e mezzo devo lasciare Castel Volturno. Quindi devo cominciare i lavori. Tra tre o quattro mesi finirà la progettazione del nuovo centro sportivo, sarà pronto entro 24 mesi. Ho detto a Manfredi che o ci accordiamo nei prossimi 120 giorni o me lo vado a fare da un’altra parte. Poiché Afragola avrà l’implementazione della ferrovia e la metropolitana ora è una nuova soluzioni. Ripeto, se entro 120 giorni non ci accordiamo lo costruirò ad Afragola”

SULLA SUPERLEGA: “Non mi sono mai detto a favore della Superlega, ma sempre battuto a favore della democraticità del calcio. Secondo voi è giusto che si interrompa il campionato a marzo, quando ci sono ancora coppe e campionato? Per due amichevoli, a Miami e New York, mi porti la Nazionale italiana a giocare contro Ecuador e Venezuela. Non si potevano fare a Coverciano? Con Florentino parliamo da tanto tempo, ma gli ho spiegato che l’idea della Superlega è sbagliata. Bisogna creare un campionato parallelo a quelli nazionali, che sono i più importanti perché rispettano il tifo, che è alla base di tutte le manifestazioni sportive. Poi mi dovete spiegare perché la domenica l’ultima partita non è alle ore 18 e il sabato sera l’ultima partita non è alle 23. Non siamo in Svezia. Non sanno fare nemmeno i calendari”

CHANCES MAZZARRI PER LA PROSSIMA STAGIONE? “Mazzarri è venuto perché è un amico della famiglia. Lasciatelo lavorare in pace, come dice una bellissima canzone “Sarà quel che sarà”. Non sto già cercando un altro allenatore. Ad aprile vedremo. Forse ha capito che quando ci ha lasciato per provare l’Inter ha sbagliato. Mi fa incazzare quando vedono Napoli come città di passaggio. Ho comprato una casa bellissima a mio figlio Edoardo dalla quale puoi toccare Capri, ma dove lo trovi un posto del genere? Los Angeles hai solo te stesso, ma qui a Napoli hai tutto”.

ZIELINSKI: “Il rendimento di Piotr nelle ultime partite non è stato soddisfacente. Uno che in estate mi dice: “Voglio restare”. Io ce l’ho a morte con Bolek, perché lui lo è andato a vendere. Ho a quel punto una scarsa considerazione di te come uomo, non come calciatore. Come faccio a capire se Traoré è da riscattare o meno? Ho cercato di piazzarlo ovunque pur di farlo giocare. A discapito di Demme ad esempio, al quale voglio bene, con Gattuso giocava al posto di Lobotka. Però è stato un signore

MANCATA QUALIFICAZIONE IN CHAMPIONS: “Lo Scudetto in una società che non è abituata a prenderlo con continuità è un evento straordinario. Sapevo che sarebbe stato difficilmente ripetibile. Arriva sempre un momento a Napoli in cui sei tu che devi fare cambi per dare motivazioni in più. Io dico che per ritornare a vincere lo scudetto forse ci metteremo tre anni, ma io mi impegno. Vinco al cinema da cinquant’anni, sono abituato a vincere, ma non sono l’antipatico che vuole vincere a tutti i costi. Ci vogliono impegni e investimenti giusti”

SUL PROGETTO: “Ho un gruppo che vince con sedici punti di vantaggio sulla seconda, penso che non debba fare molti cambi. Abbiamo fatto investimenti nuovi, poi che non siano portati a maturazione. Quando è arrivato Kim chi lo conosceva?”

AMBIENTE NAPOLI SCONTENTO: “Io sono imprenditore non prenditore. Può non piacere che il calcio nel tempo sia diventato un’industria dell’intrattenimento, ma io che vengo dal cinema, la fabbrica dei sogni, interpreto il calcio come se fosse il sogno di tante persona che hanno bisogni di riscattarsi, poi magari sbaglierò. Ma poiché i soldi sono miei, poi quando mando a quel paese Boglione e dico a mia figlia di interessarsi dello sponsor tecnico ad esempio, in una città dove ci sono stato vari fallimenti, io che vi ho portato in Europa, al di sopra della Juventus, senza imbrogliare, ne vado fiero. Io posso permettermi di mandare a quel paese perché non ho cadaveri negli armadi. Non sono l’uomo del compromesso. Se fossi io il problema mi sarei già fatto da parte. Chi mi conosce mi dice sempre che sono una persona adorabile. Mia moglie è più napoletana di me e io più svizzero di lei.”

CESSIONE DI KIM: “Lo sapevamo da un anno. Giuntoli è stato un separato in casa dal mese di novembre, che mi incominciava ad intimare di andare alla Juve. In quelle condizioni lì uno non si mette a cercare qualcuno. Non è facile trovare difensori centrali, non è una cosa semplice. La società già si sta dando da fare da morire. Con la clausola degli extracomunitari non hai libertà di prendere tutti. Ci sono tante problematiche. Ci daremo da fare.”

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