Geolier, vera star del momento impegnato a Sanremo, ha rilasciato alcune dichiarazioni in cui ha affrontato alcuni temi a lui molto cari.
Geolier è il protagonista assoluto di quello che sarà l’ultimo Sanremo condotto da Amadeus. Il rapper napoletano si è posizionato addirittura primo nella classifica dei top 5 a giudizio del televoto e delle radio. Un successo riscontrato anche sui social oltre che sul palco dell’Ariston con più di 20 milioni di visualizzazioni sul reel Instagram del profilo ufficiale di Sanremo ed 1,3 milioni di views sul video ufficiale del cantante partenopeo su Youtube.
In una speciale intervista ha svelato la propria amicizia con due persone che di calcio ne capiscono e come: Gianluigi Donnarumma e Pierluigi Gollini. Su quest’ultimo ha dichiarato: “A Napoli mi sento con tutti ma con Gollini c’è un rapporto anche artistico. Viene spesso a trovarmi in studio. E abbiamo fatto anche freestyle insieme, componendo alcune strofe. Lui è un rapper molto bravo“.
Questo post in breve
Geolier ha rilasciato alcune dichiarazioni ai microfoni de “Il Corriere del Mezzogiorno” in cui si è soffermato su diversi temi.
“Sta andando benissimo e sono assai soddisfatto. Anche se non mi aspettavo di certo che a Sanremo fosse tutto così dinamico. Eppure mi ero preparato psicologicamente al circo mediatico da settimane. Il Festival è bello ma anche massacrante“.
“Ne è valsa la pena? Sì, poi per me è un momento indimenticabile. Dietro le quinte, pochi minuti prima di esibirmi, sono stato investito da un’emozione indescrivibile che porterò sempre con me. Sono qui per portare il napoletano con tutto il mio gruppo e i miei amici. Insieme formiamo una famiglia. Sono venuto qui per questo. Quindi quello che volevo fare in fondo già l’ho fatto”.
“Posso svelare che oltre a proporre alcune canzoni napoletane note, introdurrò anche delle parti inedite. Quindi sarà un momento assolutamente unico, sia per la presenza di Gigi, Luca e Guè, che saranno con me sul palco, sia per la musica che proporremo“.
“Canto quello che mi sento di cantare, sono di pancia. Canto il napoletano dei rioni, dei ragazzi che lavorano, di quelli che si dedicano le frasi d’amore su Whatsapp. Il dialetto peraltro si è sempre evoluto: da Salvatore Di Giacomo ad Alessandro Siani. Mi ispiro proprio al dialetto di Alessandro”.
“Non scherziamo. A calcio sono proprio scarso. E non lo seguo nemmeno più di tanto. Guardo solo le partite del Napoli“.
“Io e Daniele ci sentivamo tutti i giorni e quello che ho fatto nella prima serata del Festival è stato per lui così come quello che farò. Prima di partire non ho salutato nemmeno mia madre. Sono corso all’ospedale solo per salutare lui. Mi ha detto simpaticamente: ‘Mi raccomando, sfunn tutt cos’. Provo un dolore immenso da quando ho saputo della sua morte. Quando ero con lui in ospedale, chiudeva la porta, parlava con me, si sfogava, diceva: ‘Non ce la faccio più, ho diciassette anni ma ne sento settanta’. Sorrideva, nonostante tutto il dolore che provava. Daniele mi ha insegnato tantissimo, mi ha cambiato”