L’agente di Giovanni Simeone parla del rendimento dell’attaccante argentino e della stagione del Napoli.
Una stagione complessa quella del Napoli, che da campione d’Italia non è riuscito nemmeno lontanamente a ripercorrere il fantastico cammino della scorsa annata. Tanti i problemi riscontrati, dal cambio in panchina (doppio, ndr) per poi passare al vuoto dirigenziale. Fino ad arrivare alle prestazioni dei singoli calciatori. È innegabile che i cari Di Lorenzo, Zielinski, Anguissa, Kvaratskhelia e Osimhen – pilastri del Napoli dello scudetto – stiano vivendo una stagione più complicata rispetto quella passata.
Il che si estende anche al rendimento dei calciatori comprimari della scorsa annata, che però erano stati fondamentali con reti pesanti e prestazioni di altissimo livello, su tutti Raspadori e Giovanni Simeone. Proprio i due attaccanti, che lo scorso anno non fecero mai rimpiangere Osimhen durante il periodo di assenza – stanno faticando non poco a incidere. Nessuna rete in campionato da quando il nigeriano è andato via per la Coppa d’Africa, un bottino che fa capire come forse il calo abbia coinvolto l’intera squadra e non solo chi potrebbe aver “sofferto” problemi fisici o contrattuali.
L’agente di Simeone convinto, sul rendimento del centravanti incidono le difficoltà della squadra
A parlare in particolare del centravanti argentino è stato il suo agente, Alessandro Moggi, ai microfoni di Radio CRC. Ecco quanto evidenziato:
Se Simeone ci si aspettava qualcosa di più in questa stagione? Questo è uno sport di squadra, se non rende in termini di risultato e di prestazioni, questo incide anche nei singoli. Se andiamo a guardare il rendimento di Osimhen tra l’anno scorso e questo, la differenza c’è. Credo che l’obiettivo del Napoli debba essere quello di ritrovarsi come gruppo.
La sana competizione tra Simeone e Osimhen? Quando si vince c’è un mix un po’ di tutto, dal gruppo alla qualità del gruppo, agli undici di grandissimo livello e nel caso del Napoli anche i cosiddetti rincalzi che si sono dimostrati dello stesso valore. Ci può stare che l’anno successivo allo scudetto sia complicato, ricordo dopo lo scudetto del 1990, dove non rese la squadra.
Anche il procuratore di Simeone concorda, il rendimento in calo dei singoli è causa soprattutto di un impianto di squadra che sta facendo troppa fatica. Il Napoli sta vivendo una fase di metamorfosi a metà, con Mazzarri che sta provando a unire le sue idee (come la difesa a tre), tenendo però conto di quanto insegnato ai calciatori da Luciano Spalletti, ovvero il comando del gioco tramite il possesso palla. Da capire, però, se tutto ciò anziché agevolare i giocatori, non stia generando soltanto altra confusione.