Ancora ottima prestazione del centrocampista romano in quel di Verona, dove Folorunsho ha dimostrato di esser pronto anche a match di cartello. Per il Napoli è un rimpianto.
Uno dei principali problemi affrontati dal Napoli in questa stagione è senz’altro inerente al reparto di mezzo, quello che in molti definiscono il più importante. Il centrocampo azzurro ha infatti sofferto molto nel corso dell’annata, patendo le varie assenze per infortunio di Cajuste, la partecipazione alla Coppa d’Africa per Anguissa, la cessione di Elmas ed infine tutte le vicissitudini che hanno visto Zielinski assoluto protagonista in negativo. Un barlume di speranza si è però acceso all’ombra del Vesuvio nelle ultime settimane, e non di certo a causa delle prestazioni dei neo-acquisto Dendoncker e Traore. La soluzione ai tanti problemi del Napoli potrebbe infatti essere in casa, rispondere al nome di Michael Folorunsho ed essere purtroppo già un rimpianto per gli azzurri.
Immagina avere a disposizione un tuttocampista fisico e veloce, capace di dribblare, portare palla e dispensare passaggi di pura tecnica e raffinatezza nonostante il 1.90m di altezza e la natia indole da colpitore di testa. Immagina quindi avere a disposizione un giovane profilo in grado di giocare da mediano, mezzala, trequartista, falso nueve e talvolta anche esterno di centrocampo, non sfruttandone però a pieno le potenzialità e parcheggiandolo puntualmente in prestito in categorie o squadre sulla carta inferiore. In poche righe di testo abbiamo dunque sviscerato e spiegato ai più la situazione che ormai da anni attanaglia Michael Folorunsho, un profilo di centrocampo alquanto raro non sfruttato però dal Napoli.
Il calciatore romano ha infatti catturato particolarmente l’attenzione nel corso della stagione 23/24, dove in maglia Verona ha occupato praticamente tutti i ruoli dalla mediana in su nello schema di Baroni, siglando anche 3 reti e 1 assist in 24 partite. Gli ultimi, contro la Juventus di Max Allegri, tramortita dalla splendida volée di Folorunsho e dal passaggio vincente di quest’ultimo per Noslin. Tutte caratteristiche che i più assidui fan del calciatore non hanno trovato solo nell’esperienza veneta dell’ex Francavilla, che già con le maglie di Pordenone, Bari e Reggina aveva dimostrato di essere superiore a tali categorie.
Credere in tali profili, però, a Napoli appare più difficile dell’attraversare Piazza del Plebiscito ad occhi chiusi, denotando spesso una mancanza di personalità all’interno della dirigenza azzurra. Già, personalità, quella che il buon Folorunsho ha dimostrato di avere da vendere, portando palla per circa 20 metri contro i fischi dell’Olimpico scaraventando poi in porta un gran destro dalla distanza. La stessa personalità che ci vuole anche solo per pensare di eseguire un capolavoro balistico come quello visto contro la Juventus, quando i bianconeri sono in lotta per lo Scudetto e tu per la salvezza.
Personalità, quindi, con la P maiuscola, e da non confondere con “arroganza“, “presunzione” o pura e semplice “ignoranza” di chi in estate, invece, tentava di schierarlo difensore centrale. Folorunsho è esploso a Verona, si, eppure chiunque sapeva che quel ragazzo di Roma non era un profilo comune, già dai tempi di una Bari che in Tribuna riservava posti ad hoc a chi il Napoli avrebbe dovuto in futuro migliorarlo, e non penalizzarlo. Giunto alla soglia dei 26 anni, Folorunsho potrebbe essere già l’ennesimo rimpianto all’ombra del Vesuvio. Vale la pena ora gettarlo in pasto alla maglia azzurra o è già troppo tardi, in un calcio fatto di nuove leve, per il classe ’98? Di certo gli interrogativi non mancano fra i vicoli partenopei, dove ancora una volta si respira quell’aria fastidiosa di occasione sprecata.
Articolo modificato 18 Feb 2024 - 12:04