Terzo avvicendamento in casa Napoli, un dato paradossale per i campioni d’Italia, avvenuto solamente una volta nella storia.
Da questa sera il Napoli ha un nuovo tecnico: Francesco Calzona. L’allenatore calabrese, natio di Vibo Valentia, attuale commissario tecnico della Slovacchia, con cui ha conquistato la qualificazione ad Euro 2024, è chiamato per la prima volta alla guida di un team di Serie A da primo allenatore.
Sono state svariate le esperienze da vice di quest’ultimo, che proprio al Napoli, ha seguito dapprima Maurizio Sarri, dal 2015 al 2018, poi Luciano Spalletti. Proprio con l’attuale c.t dell’Italia, Calzona ha posto le basi dello scudetto 2023, permettendo al Napoli di ritornare in Champions dopo due anni d’assenza.
Triplo cambio di panchina: dato allarmante per il Napoli
Un terzo cambio in panchina, dopo Rudi Garcia e Walter Mazzarri, che proprio non sono riusciti minimamente a replicare i risultati del sopracitato Spalletti. Il francese, esonerato a novembre, aveva comunque permesso al Napoli di ipotecare la qualificazione agli ottavi di Champions League, “consegnando” a Mazzarri un team quarto.
Il toscano, invece, con un rendimento horror, è riuscito addirittura a peggiorare lo score dell’ex Al Nassr, trascinando i campioni d’Italia addirittura al nono posto, nel mezzo, l’indegna figura di Coppa Italia, con il clamoroso 0-4 subito dal Frosinone di Eusebio Di Francesco.
Tuttomercatoweb, ha reso noto questa sera un dato allarmante relativo al secondo esonero stagionale alle pendici del Vesuvio, un dato allarmante, che non farà di certo sorridere i supporters partenopei. Secondo quanto raccolto da OPTA, infatti, solamente nella stagione 1997/1998 era accaduto un avvenimento del genere, quando furono: Bortolo Mutti, Carlo Mazzone, Giovanni Galeone e Vincenzo Montefusco, ad alternarsi sulla panchina del Napoli.
La società azzurra calò addirittura un poker di tecnici, non riuscendo però ad evitare il tonfo di fine campionato, quando i partenopei conclusero ultimi la Serie A, con la miseria di 14 punti in 34 partite, a -22 dalla zona salvezza.
Un precedente da brividi, oggettivamente irripetibile per un Napoli che mai potrebbe ridursi a ciò. In ogni caso, fa riflettere il paragone vissuto con una società all’epoca in balia degli eventi e che si avvicinava agli anni bui del fallimento, una sorta di ossimoro, considerando che la compagine oggi guidata da De Laurentiis approcciava al campionato in corsa con la voglia di confermarsi definitivamente, forte di un tricolore cucito sul petto dopo 33 anni di distanza dall’era Maradona.