Mister Calzona si fa sentire nello spogliatoio: appello particolarmente speciale nei confronti dei propri calciatori.
Francesco Calzona è stato ingaggiato come allenatore del Napoli per effettuare un miglioramento sostanziale sul lato fisico, ma anche su quello mentale dei calciatori. Il tecnico degli azzurri, nonché CT della Nazionale Slovacca, si sta facendo sentire e come nello spogliatoio: dopo il Barcellona, infatti, si è riunito con i propri calciatori per discutere con loro sul comportamento che alcuni giocatori hanno assunto in questa stagione, nella speranza che questo aspetto migliori.
Contro il Sassuolo, oggi pomeriggio, nella sfida in programma al Mapei Stadium, i partenopei si giocano le ultime chance per vedere ancora un piccolo spiraglio Champions soprattutto se dovesse arrivare una vittoria in concomitanza con la sconfitta dell’Atalanta sul campo della capolista Inter.
Uno snodo cruciale della stagione partenopea in cui, ormai per ragioni di forze, è vietato perdere punti soprattutto con squadre in crisi come quella dei neroverdi, consegnati alla gestione ad interim dell’ex Napoli Emiliano Bigica, dopo l’esonero di Alessio Dionisi, in passato profilo molto apprezzato da De Laurentiis.
Calzona parla ai suoi, ecco cos’ha trasmesso dopo Cagliari
L’obiettivo principale di Calzona è quello di non perdere il controllo dello spogliatoio. La mancata presa di posizione dell’allenatore significherebbe cestinare definitivamente la stagione del Napoli. Intanto, però, anche dopo il deludente pareggio contro il Cagliari, è avvenuto un faccia a faccia con i giocatori.
Secondo quanto riportato da “La Gazzetta dello Sport”, Francesco Calzona ha tenuto a rapporto la squadra il tempo necessario per spronare i suoi a tirare fuori il meglio adesso, chiedendo loro di spingere su 4 particolari punti fondamentali per tentare almeno di risollevare la pessima stagione. La prima richiesta si è basata principalmente sulla capacità di tirare fuori il coraggio di palleggiare prendendosi più di qualche rischio ed evitare, conseguentemente, la giocata semplice che non fa altro che rallentare la manovra offensiva e rendersi più prevedibile agli occhi dell’avversario.
Anche la personalità deve giocare un ruolo fondamentale: calciatori del calibro di Kvaratskhelia e Anguissa, ad esempio, sono caratterizzati da un talento indiscusso che, però, in questa stagione non sono riusciti ad esprimere a causa, rispetto al primo, della mancanza di freddezza sottoporta, rispetto al secondo, dell’incapacità di prendere in mano le redini di un centrocampo, orfano, sul piano motivazionale, di Zielinski. Le ultime due esigenze sono quelle che rispecchiano l’indole di colui che gioca a calcio: la fame e il divertimento.