De+Laurentiis+torna+all%26%238217%3Battacco%3A+%26%238220%3BIl+calcio+%C3%A8+malato%2C+cos%C3%AC+si+finisce+per+non+attrarre+pi%C3%B9+pubblico%26%238221%3B
spazionapoliit
/2024/02/29/de-laurentiis-torna-allattacco-il-calcio-e-malato-cosi-si-finisce-per-non-attrarre-piu-pubblico/amp/

De Laurentiis torna all’attacco: “Il calcio è malato, così si finisce per non attrarre più pubblico”

Ancora Aurelio De Laurentiis contro il calcio moderno e la sua economia definita “malata”. Le parole del patron del Napoli giungono da Londra.

Aurelio De Laurentiis, per la prima volta dopo diverso tempo, non ha accompagnato il Napoli in trasferta nel corso dell’uscita in quel di Reggio Emilia. Un ritorno alla scaramanzia per il patron azzurro, che mai prima di questa stagione aveva seguito i propri ragazzi lontano da Fuorigrotta, sebbene i pessimi risultati raccolti in quest’annata abbiano spinto l’imprenditore ad accantonare tale tradizione. Il tutto, però, è stato frutto di un accadimento ben preciso, ovvero della presenza di De Laurentiis in quel di Londra per prendere parte al Business of Football Summit, congresso promosso dalla Financial Times. Dalla metropoli inglese ci giungono quindi le parole odierne targate ADL.

De Laurentiis attacca l’economia del calcio, le parole del patron

Dopo essere giunto in quel di Londra nella giornata di ieri, De Laurentiis ha preso quest’oggi parte al Business of Football Summit, rilasciando al congresso di Financial Times e d’innanzi al giornalista James Fontanella-Khan alcune dichiarazioni al veleno nei confronti dell’economia del calcio. Non sono quindi mancate le classiche frecciatine del patron alla UEFA e alla Champions League, parti di un sistema definito “malato“. Il tutto, seguito da un’idea di calcio gratuito ad opera dell’imprenditore romano.

Sull’economia del calcio moderno:

Il calcio di oggi è malato, così come è malata la sua economia. Al giorno d’oggi, sia i campionati che le proprie squadre partecipanti presentano deficit dal punto di vista finanziario, e non sono in grado di competere sotto tale punto di vista. In questo modo, i campionati non producono abbastanza e perdono numerose occasioni.”.

De Laurentiis non fa sconti alla UEFA (LaPresse) – SpazioNapoli.it

Sulla UEFA e sulla Champions League:

“La UEFA dovrebbe fare qualcosa in più per le proprie squadra. Ogni anno mette a disposizione 2.4 miliardi per la Champions League, oltre 500 milioni per l’Europa League e circa 240 milioni per la Conference League. Sono cifre che io capisco e che, ad occhio, potrebbero sembrare laute, ma se poi gran parte delle squadre che vi partecipano sono indebitate vuol dire che tali somme non sono abbastanza. Non sono scenari sostenibili, non è un calcio sostenibile. Già giochiamo tante gare, se poi queste non vengono sfruttate a dovere è come se buttassi tutto all’aria. Si rischia solo di non attirare più pubblico”.

Poi, sulla trasmissione in chiaro e gratuita del calcio:

“Per me il calcio, per riprendersi, dovrebbe essere gratis, e andare in onda in tv gratuitamente. Se sei un grande imprenditore devi saper cogliere anche occasioni simili, che potrebbero portare a pubblicità infinita in quanto a sponsor. Per me conta anche il modo in cui fai vedere le partite, e non solo in chiave di stadio, che in Italia sono fatiscenti per altro. Parlo anche per gli spettatori seduti sul divano davanti alla TV. Faccio un esempio con la Formula 1, che con le sue inquadrature ti da l’idea di essere al posto del pilota. Con il calcio non succede, e tutti dovrebbero andare in direzione della splendida messa in onda che fu per la finale del Mondiale fra Argentina e Francia. Ma purtroppo il calcio è invecchiato male, e in questo grande circo non c’è tempo per ribellarsi o per riunirsi a un tavolo e discutere di argomenti del genere”.

Agenti e arbitri, che bordata per De Laurentiis

L’attacco del patron azzurro non si è però limitato alla sola UEFA, bensì anche agli agenti, etichettati con appellativi di certo non idilliaci, e agli arbitri.

Sugli agenti:

“Gli agenti? Per me sono il cancro del calcio. Ormai sono fin troppo protagonisti, fra richieste di commissioni e continue pressioni per i propri assistiti”.

Infine, sugli arbitri:

“Fosse per me, la classe arbitrale dovrebbe dipendere dai club. Dovrebbe esserci un collaboratore e un rappresentante degli arbitri pronto a dialogare con le squadre, invece di rendere i direttori intoccabili. Molte decisioni degli arbitri a me non vanno giù, come l’espulsione di un allenatore che lascia i propri giocatori senza una guida. Per me è follia, il calcio sembra una barzelletta per questo”.

 

Articolo modificato 29 Feb 2024 - 19:02

Share
Scritto da
Mario Reccia