Il progetto Natan a Napoli non ha dato, fino ad ora, i risultati sperati: del difensore brasiliano parla il suo insegnante di italiano, Bruno Di Santo.
Arrivato in estate con l’arduo compito di sostituire Kim MinJae, Natan ha deluso le aspettative fino a questo momento. Il suo inserimento nella squadra campione d’Italia è stato più complicato del previsto e Rudi Garcìa gli ha preferito sin da subito Juan Jesus.
Con gli infortuni ad inizio stagione di Rrahmani e Juan Jesus, però, aveva iniziato a trovare più spazio facendo intravedere buone cose, oltre ad una velocità che permetteva all’intera linea difensiva di stare più alta e alla squadra di essere più compatta.
Con l’arrivo di Mazzarri in panchina e il suo infortunio alla spalla, però, Natan è uscito sempre più dai radar e anche Calzona gli sta preferendo Juan Jesus.
A diversi mesi dal suo arrivo all’ombra del Vesuvio, ha parlato del difensore azzurro il suo insegnante di italiano, Bruno Di Santo.
Il percorso di Natan con il Napoli non è stato certamente facile. L’ex Red Bull Bragantino ha dovuto fare i conti con un calcio diverso rispetto a quello brasiliano e soprattutto con una squadra in totale confusione che solo ora, forse, sembra essere stata superata.
Appena arrivato in azzurro, le aspettative sul suo conto erano molto elevate, così come quelle di Natan verso il percorso che il Napoli avrebbe potuto intraprendere.
A tal proposito, ai microfoni di Radio Crc ha parlato Bruno Di Santo, insegnante di italiano del difensore brasiliano, che ha svelato come Natan sia deluso perchè credeva di poter vincere lo scudetto.
Di seguito quanto evidenziato:
Com’è Natan con la lingua italiana?
“Capisce tutto, non è più un problema. Per parlare deve ancora studiare, non è semplice. Ma si trova bene in questo momento. Credo che lui sia l’unico caso nel calcio italiano di un brasiliano che arriva e fa la prima conferenza stampa in italiano. Noi studiamo l’italiano anche con canzoni, film napoletani e cose così, per fare in modo che possa capire anche i tifosi. Ascoltare la musica italiana anche fa molto piacere.Di Santo ha poi proseguito:
“La mia preoccupazione principale era quella di portare Natan ad una situazione che potesse capire lo staff, i suoi colleghi, la stampa e i tifosi. Credo che lui abbia superato bene la prova. L’essere umano non è diverso da ciò che fa il calciatore. Lui comunque dovrà andare al ristorante e al centro commerciale, quindi per sentirsi parte di questo paese dovrà comprenderne la cultura. Lui è cresciuto nel Flamengo a Rio De Janeiro, a Napoli si trova a casa, perché il popolo napoletano è così. È molto simile la cultura napoletana a quella di Rio. Juan Jesus e Mario Rui sono stati fondamentali per il suo inserimento. Natan dall’inizio li ha ringraziati e ha detto di dover imparare l’italiano”.Come ha vissuto l’infortunio?
“Si è infortunato quando lui stava bene, si è dovuto fermare per un mese. Quando è tornato ovviamente c’erano già gli altri calciatori che occupavano il posto. Lui voleva giocare di più, è normale. Da quando seguo il calcio è normale che nel primo anno è difficile che un calciatore riesca a capire subito il modo del calcio italiano che è diverso da quello brasiliano. Lui ha già capito che deve rispettare questa cosa”.Come ha vissuto i cambi d’allenatore?
“C’è la differenza nella parte tattica, ma la parte tecnica secondo me no. Quello che sta cercando di capire Natan è il modo in cui ragionano gli allenatori in Italia. Si sta allenando, vuole imparare, è bravo ad ascoltare quello che dicono gli allenatori. Mentalmente è fortissimo. Mentalmente è già abituato agli stadi pieni e alle pressioni. L’unica cosa è che devono conoscerlo, dargli opportunità per far sì che possa giocare”.
Articolo modificato 5 Mar 2024 - 14:16