Napoli-Torino 1-1, azzurri avvolti dalle critiche: prestazione sconfortante con ritmi bassi e manovre troppo lente.
Nella serata di ieri, gli azzurri sono scesi in campo contro il Torino: sfida valevole per la 28esima giornata di Serie A. In una cornice di pubblico gremito, circa 45mila spettatori allo stadio Maradona, ci si aspettava un Napoli roboante pronto ad abbattersi sui granata di Ivan Juric. Lo svolgimento del match, però, ha detto tutt’altro.
Due punti persi che probabilmente risulteranno decisivi per la corsa alla qualificazione alla prossima Champions League, la cui edizione sarà completamente diversa rispetto a quanto visto negli anni scorsi. Una nuova formula che i partenopei vorrebbero immediatamente sperimentare ma che, in questo momento, sembra impossibile dato il gap dei punti con le altre pretendenti ancora elevato.
La Roma, l’Atalanta ed il Bologna saranno i tre scontri diretti chiave per poter giocarsi un’ultima chance poichè si disputeranno tutte allo stadio Diego Armando Maradona. Contro la Fiorentina, invece, ci sarà la solita trasferta determinante all’Artemio Franchi, negli ultimi incontri di campionato.
Contro il Torino, gli azzurri non sono stati in grado di vincere la partita ed un articolo de “La Gazzetta dello Sport” ha analizzato i motivi per i quali i ragazzi di Calzona non sono riusciti ad imporsi sull’avversario. Una vera e propria prova deludente in vista del match contro il Barcellona, in Champions League.
Prestazione come indicazione chiara, i motivi del pareggio
Il Napoli di Calzona non è riuscito a sfoggiare la convincente prestazione offerta sia contro il Sassuolo che contro la Juventus. Una vera e propria maledizione che vede il Napoli incapace di vincere 3 partite consecutive ormai da troppo tempo e che certifica le serie difficoltà che gli azzurri stanno attraversando in questa stagione.
In vista dell’ottavo di finale di ritorno contro il Barça, gli azzurri dovranno evitare di ripetere gli stessi errori che hanno commesso ieri sera: ritmo basso, errori tecnici, incapacità di saltare l’uomo e manovra priva di sbocchi. Le ali, Politano e Kvara, hanno funzionato molto bene ma il vero problema è stato il filtro tra la difesa e l’attacco: il centrocampo.
Vlasic, come all’andata, ha marcato a uomo Lobotka in maniera egregia mentre le mezz’ali Zielinski ed Anguissa non sono riusciti ad dettare i tempi di gioco: il primo praticamente un fantasma, il secondo ha rallentato molti contropiedi che sarebbero potuti essere determinanti ai fini del risultato.