Aurelio De Laurentiis si difende dalle accuse di falso in bilancio: ecco cosa emerge dalle indagini preliminari.
Il patròn degli azzurri nella giornata di oggi è stato ascoltato dalla Procura di Roma nell’ambito dell’inchiesta per falso in bilancio in merito alla trattativa che ha condotto Osimhen sotto l’ombra del Vesuvio. De Laurentiis, infatti, dall’estate del 2021, un anno dopo il trasferimento del calciatore presso la corte partenopea, è sotto indagine per delle presunte plusvalenze fittizie derivanti dall’acquisto dell’attaccante nigeriano dal Lille.
Il suo legale, Gino Fabio Fulgeri ha rilasciato alcune dichiarazioni in cui ha chiarito la posizione del numero uno del club partenopeo: “L’interrogatorio era stato richiesto dal presidente, è andato in procura per spiegare la posizione della società. Credo sia stato chiaro rispetto all’accusa contestata di falso in bilancio relativamente all’operazione sull’acquisto Osimhen, che non ha portato alcun vantaggio alla società sportiva Calcio Napoli né sotto il profilo patrimoniale, perché quell’aspetto è stato già vagliato dalla procura di Napoli ed è stato archiviato, né sotto l’aspetto sportivo, perché è emerso proprio da questa indagine che il patrimonio della società è così capiente e sano che non c’è la necessità valorizzare un’operazione per iscriversi ai campionati italiani o europei’’.
“Giuntoli ha condotto la trattativa”: la situazione
Il presidente azzurro, durante l’interrogatorio dettato dai pm romani ha poi tirato in ballo Cristiano Giuntoli, all’epoca direttore sportivo della club partenopeo, ora in forze alla Juventus. L’attuale ds dei bianconeri, secondo quanto affermato da De Laurentiis avrebbe condotto in prima persona la trattativa. Di conseguenza, il numero 1 del club azzurro non avrebbe mai conosciuto il presidente del Lille.
La Procura di Roma ha ereditato l’indagine dalla procura di Napoli che ha sottolineato una presunta sopravvalutazione dei calciatori delle giovanili Luigi Liguori, Claudio Manzi, Ciro Palmieri e il portiere Orestis Karnezis, inseriti nell’affare, la quale avrebbe permesso al club azzurro di mettere a bilancio una “plusvalenza fittizia” di circa 20 milioni di euro.
Il patròn azzurro ha messo in evidenza che i calciatori coinvolti fossero dei profili molto interessanti e promettenti con la società francese ben decisa nel voler investire sulle loro capacità e potenzialità a lungo termine. A certificare ciò è il fatto che diverse pretendenti di Osimhen avrebbero messo sul piatto 70 milioni cash con il conseguente rifiuto del Lille, volenteroso sul puntare sui giovani partenopei.
De Laurentiis ha poi concluso l’interrogatorio ribadendo un concetto preciso: “Il Napoli è una società sana, che non ha bisogno di fare plusvalenze e non ha avuto bisogno di quell’operazione per sistemare i conti”.