Il giornalista di Sportitalia ha fornito importanti aggiornamenti sul futuro di Antonio Conte e il possibile accordo con il Napoli.
Sta per terminare il campionato di Serie A, con il Napoli che sta chiudendo un’annata molto negativa e con poche possibilità di raggiungere la qualificazione alla prossima Champions League. Ecco perché nella prossima stagione potremmo assistere a un’autentica rivoluzione, a partire da chi dovrebbe sedere in panchina.
Uno dei nomi accostati al Napoli è quello di Antonio Conte, attualmente libero e desideroso di iniziare una nuova avventura in panchina. Secondo il direttore di Sportitalia, Michele Criscitiello, durante la trasmissione “Monday Night” le possibilità che l’ex Inter e Juventus sono davvero bassissime, a partire dal fatto che De Laurentiis non ha più contatti con l’allenatore addirittura da gennaio.
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Ecco quanto evidenziato:
Voglio ribadire quella che è attualmente la situazione legata ad Antonio Conte. Il presidente De Laurentiis l’ha chiamato l’ultima volta a gennaio quando – in maniera disperata – voleva qualcuno che potesse risollevare la situazione. Conte gli ha però spiegato che in corsa non sarebbe mai arrivato al Napoli e che se ne sarebbe riparlato a fine stagione. Ad oggi i contatti tra il Napoli e Conte sono fermi a quel momento, a gennaio. Non c’è stato altro. E lo stesso De Laurentiis non ha nessuna intenzione di pagare 8 milioni di euro a un allenatore senza avere i proventi della Champions League. Ecco perché intende affidare la panchina a Vincenzo Italiano, con il quale si può trovare un accordo intorno ai 2 milioni di euro.
In studio fanno giustamente notare come solo qualche giorno fa, proprio dai microfoni di Sportitalia, il giornalista Alfredo Pedullà, avesse parlato di 50% di possibilità di vedere Conte sulla panchina azzurra. Questa la risposta di Criscitiello:
La scorsa settimana abbiamo detto che le percentuali di Conte al Napoli si sono alzate al 50%? Abbiamo detto che, con la conferma quasi certa di Pioli al Milan, Conte avesse aperto all’idea dell’esperienza in azzurro, anche perché non c’era altro. Ora, con Pioli non più così solido, le cose potrebbero cambiare.
Napoli è una piazza piena di passione, ma sappiamo anche come dal punto di vista calcistico sia complicata. Poi bisogna ripartire da un direttore giovane (Giovanni Manna, ndr) e cambiare tanto, ci sono troppe incognite. Al Milan è un’altra storia. Pioli, che ha fatto benissimo, è ormai al quinto anno e credo che il suo percorso sia terminato. Servono nuovi stimoli anche ai calciatori. Conte potrebbe essere l’uomo giusto, invece il Milan non si sta muovendo in tal senso.
Nulla da dire sulla bontà delle notizie sopra elencate, ma qualche precisazione anche noi di SpazioNapoli ci sentiamo di farla. Il ragionamento fatto su Milan e Napoli non fila. Anzitutto va detto che, se Napoli è una piazza “calcisticamente complicata”, quelle di Milano o Torino (sponda Juventus) sono addirittura peggio. La narrazione secondo la quale altrove si lavori meglio che a Napoli, almeno sotto il punto della pressione sportiva, è decisamente contraddittoria e, a nostro avviso, non può essere elencata tra i motivi per il quale scegliere una destinazione anziché l’altra.
Così come non si tiene conto di quanto accaduto negli ultimi 15 anni in Serie A. Nonostante i tanti errori commessi da De Laurentiis, il Napoli si è sempre qualificato alle competizioni europee e la società è ritenuta un modello di gestione riconosciuto in tutta Europa, a differenza del Milan che ha dovuto cambiare proprietà quattro volte a causa dei milioni e milioni di euro di debiti. Non a caso nei convegni di managment sportivo negli ultimi anni abbiamo sempre visto ospite Aurelio De Laurentiis e mai i vari rappresentanti del fondo Elliot o di RedBird. Sarà solo un caso? Dunque, sulla bontà del progetto rossonero rispetto a quello azzurro nutriamo vari dubbi, ma questo appartiene alla sfera delle considerazioni personali. Ognuno è libero di preferire ciò che vuole.
La storia e il blasone del Milan sono sicuramente più importanti di quelli del Napoli, non ci piove e non lo mettiamo in discussione, ma andrebbe almeno specificato che, gli ultimi 15 anni di Serie A, ci dicono tutt’altro. Serve ben più di una sola stagione storta per considerare quello del Napoli un progetto di Serie B rispetto a quello del Milan.
Articolo modificato 16 Apr 2024 - 00:26