Dopo una stagione indecente come quella attuale sono diversi i quesiti che attanagliano il futuro del Napoli: è arrivato il momento per De Laurentiis di dire addio al calcio?
Una stagione così negativa all’ombra del Vesuvio non la si viveva da tempo. Gli azzurri hanno cancellato in pochissimo tempo tutto ciò che di buono avevano costruito lo scorso anno. Il contraccolpo scudetto è stato molto più pesante del previsto e sul banco degli imputati è finito chiunque.
La squadra ha tantissime colpe perchè non è ammissibile che dopo aver cambiato ben tre allenatori i risultati siano andati sempre più a picco. Questo significa che il problema non è l’allenatore, ma è più radicato all’interno del gruppo. Anche i vari tecnici che hanno seduto sulla panchina azzurra, comunque, non sono esenti da colpe.
Su tutti, però, c’è Aurelio De Laurentiis che in questi anni a Napoli, nonostante una dialettica e atteggiamenti a tratti discutibili, ha sempre dimostrato il suo infinito valore imprenditoriale e ha condotto con grande maestria il Napoli tra i top club d’Europa. Una stagione così negativa, però, rischia di lasciare scorie anche in un uomo dalla grande forza mentale come lui.
De Laurentiis tra i colpevoli della disfatta: è al capolinea?
Un anno fa sembrava impossibile per il Napoli ritrovarsi così in basso eppure è successo e qualcuno deve delle spiegazioni ai tifosi azzurri che non hanno mai fatto mancare il proprio supporto.
Antonio Corbo, nel suo editoriale su Repubblica, ha parlato di quello che sarà il futuro del Napoli e ha lanciato un’ipotesi a sorpresa sul futuro di Aurelio De Laurentiis. Il successo dello scorso anno sarà ricordato per sempre ma è possibile che l’avventura calcistica di De Laurentiis sia al capolinea?
Di seguito quanto evidenziato:
“Sono tutti ai loro posti i dirigenti che hanno attivamente collaborato a distruggere in un solo anno il Napoli dello scudetto. Se finalmente si accorge che il suo Napoli è al capolinea, nel suo interesse il presidente deve rivedere con orgoglio i primi vent’anni. Deve esserne fiero. Ma con la stessa lucidità porsi il dubbio: mi fermo qui, cerco un acquirente, termino la mia avventura nel calcio? Tre miliardi di introiti, la metà da proventi tv, 1.100 milioni in acquisti, spesa corrente ma anche altri incassi da sponsor, botteghino e marketing hanno lasciato buoni utili da destinare a se stesso, alla famiglia, al cerchio magico, tra questi dicono vi sia anche un consigliere che si attribuisce la competenza di Sir Ferguson. Se invece decide di proseguire, è suo diritto. È titolare di una società privata”.