Spalletti su De Laurentiis: “Mise in chiaro una cosa”, poi l’aneddoto sull’addio al Napoli

Luciano Spalletti è tornato a parlare di Napoli e del Napoli: la rivelazione su Aurelio De Laurentiis e l’aneddoto sull’addio.

Il nome di Luciano Spalletti resterà indelebile nella storia di Napoli e del Napoli. La stagione attuale ha fatto comprendere meglio a tutti che il vero fautore dello scudetto è stato proprio il tecnico di Certaldo.

Arrivato a Napoli tra lo scetticismo generale di una piazza molto esigente e che non vedeva in Luciano, l’eterno secondo, l’uomo giusto per vincere, con il duro lavoro è riuscito piano piano ad entrare nel cuore dei napoletani.

Quello che è riuscito a fare lo scorso anno, poi, gli ha fatto guadagnare l’amore infinito di un popolo che non aspettava altro che tornare a vincere dopo decenni di difficoltà. Dopo la vittoria dello scudetto, il legame tra Napoli e Spalletti si è consolidato anche con la concessione della Cittadinanza Onoraria da parte del sindaco Manfredi.

Spalletti-Napoli, parole da brividi del tecnico

Nel corso dei mesi, nonostante Spalletti si trovi alla guida della Nazionale, il tecnico ha sempre speso parole bellissime per Napoli e il Napoli.

Spalletti Napoli
Spalletti da brividi su Napoli (LaPresse) – SpazioNapoli.it

Il tecnico di Certaldo ha rilasciato una lunga intervista all’edizione odierna del Corriere dello Sport dove ha svelato un retroscena riguardo il suo addio a Napoli.

Di seguito quanto evidenziato:

“lo la tristezza l’ho scelta e abbracciata lasciando Napoli dopo quella cosa là. Sarebbe stato più facile e naturale andare avanti, lavorare con un gruppo che avevamo portato al top, godersi la felicità del momento, quella fatta provare alla gente di Napoli. Ho scelto la tristezza. Vedi”.

Spalletti poi prosegue:
“In fondo a me è riuscito spesso di centrare l’obiettivo e quando lo centro vorrei tanto dare le spalle al mio divano, lasciarmi cadere all’indietro e fermarmi a guardare l’infinito, assaporando la felicità di chi ho reso felice”

Spalletti poi, ha raccontato anche un aneddoto riguardo il primo incontro con De Laurentiis:

Hai mai subito una decisione?
“Ho sempre deciso per me stesso. Il mestiere vuol dire 365 giorni di grande lavoro. Dopo il primo anno i miei collaboratori mi dissero “ma cosa restiamo a fare? Hanno venduto tutti”. Erano partiti Mertens, Koulibaly, Ghoulam, Ospina, Insigne, Fabian Ruiz. Tanta qualità. lo volevo sentirmi l’allenatore del Napoli e si è allenatori di una squadra soltanto se si fa qualcosa di effettivamente importante. Quando incontri De Laurentiis la prima cosa che ti dice è “secondi siamo già arrivati e dobbiamo stare sempre in Champions”. Messaggio chiaro e diretto. Così sono ripartito per ottenere quella cosa là, è successo, sarei potuto restare ancora, il grafico prestazionale l’avevamo portato al livello più alto”.

Oggi la vittoria la si misura in milioni?
“lo sono fortunato perché ho sempre ottenuto quello che meritavo. Poi, certo, c’è anche chi ha culo. Talvolta il risultato dipende dalle capacità non solo tecniche di un calciatore, dal singolo episodio. A Napoli ci siamo sempre presi quello che avevamo costruito e meritato”.

Il culo sistematico non esiste. Roba da fumetti, da Gastone di Disney.
“Ma esiste il culo con la kappa. Domenica scorsa il Napoli avrebbe meritato di vincere e non ha vinto. Sono sfumature che ti fanno ripensare al comportamento tenuto”.

Può spiegare?
“lo non so allenare il cinismo. Allenare per me significa voler bene al calciatore, saperlo difendere, aggiungergli qualcosa. Esiste il calciatore timido che non riesce a esprimere totalmente il proprio potenziale e allora intervengo con il lavoro. Al Napoli ne avevo un paio. Ma adesso appoggia la penna”.

Spalletti conclude:
“Con l’esercizio cerco di portare il timido nella condizione ideale per alzare il livello del rendimento. Non riesco a fare niente in superficie. Il primo anno a Napoli vivevo in albergo, magnifico, mi portavano la colazione in camera. Poi ho piazzato il lettino nell’ufficio. Per non perdere un solo secondo, anche il più piccolo particolare, mi risparmiavo la mezz’ora di auto da Napoli a Castel Volturno”.

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