Kvara dalla Georgia: “Io al Napoli? Merito di una persona”, poi la rivelazione inaspettata

Khvicha Kvaratskhelia protagonista di una speciale intervista. Le parole del calciatore del Napoli sul suo approdo in Campania. 

Negli ultimi minuti, sta circolando sul web un’intervista di Khvicha Kvaratskhelia, protagonista in queste ultime ore di tanti rumors in seguito alle parole rilasciate da Jugeli e il padre Badri. Il calciatore azzurro, nel corso della medesima intervista, ha provato ad analizzare nuovamente il suo passaggio al Napoli e non solo. Non a caso, l’esterno georgiano ha usato anche parole d’amore nei confronti del club campano.

Nonostante le cose siano del tutto cambiate, nell’intervista sopracitata Kvaratskhelia ha espresso il proprio amore verso Napoli. Ciò nonostante, però, le parole dell’entourage e del padre hanno complicato la permanenza a Napoli. A tal proposito, è emersa un’intervista al calciatori antecedente al polverone innalzato da parti a lui vicine.

Kvaratskhelia: “Non dimenticherò mai la prima volta al Maradona”

Khvicha Kvaratskhelia ha rilasciato alcune dichiarazioni a “The Players Tribune” analizzando diversi temi importanti. Di seguito le sue parole.

Le parole di Kvara
Le parole d’amore di Kvara (LaPresse) – SpazioNapoli.it

Passare al Napoli è stato tutto merito di mio padre Badri. Il suo idolo era Maradona. Anche mio padre giocava a calcio e da bambino guardavo sempre i suoi video, per me era il migliore del mondo, avevo 6-7 anni e dicevo che lui era più forte di Messi e Ronaldo. Ricordo che mio padre tirava i calci di punizione fortissimo. Ero così colpito da lui che invitavo gli amici a casa per guardare i suoi video. Mio padre però mi parlava sempre di Maradona, quindi quando il mio agente mi ha detto che il Napoli mi voleva ero felicissimo. Anche per mio padre è stato incredibile: mi disse che non si poteva dire di no al Napoli, al club di Maradona! Quindi non ci ho pensato troppo, non c’è stato dibattito. Lui mi ha detto: “devi andare”. Non riesco a descrivere le emozioni che ho provato. Gli ho detto: “Andiamo! Subito”.

L’attaccante ha avuto modo di ripercorrere il suo primo approccio con la città, rivelando un retroscena fino a ora inedito:

“Quando sono arrivato la prima cosa che mi hanno chiesto i compagni di squadra è stata: devi cantare, questa è la nostra tradizione! Tutti i nuovi acquisti lo fanno. Kim è andato a cantare per primo ed ha cantato Gangnam Style, è stato bellissimo. Io venivo dopo di lui e quindi c’era una grande pressione, quindi ho scelto una canzone che cantavo quando giocavo in Russia al Rubin Kazan. È stato bello, nessuno conosceva la canzone. Poi ho cantato “la,la,la,la”, il ritornello “Live is Life”. Tutti mi dicevano: “Sei furbo, vuoi fare colpo sui tifosi del Napoli”, ma io non capivo. Alla fine Mario Rui mi ha svelato che quella canzone a Napoli fu resa famosa da Maradona durante i suoi riscaldamenti allo stadio, ma io giuro che non lo sapevo. Ai tifosi però è piaciuto molto, ma sono stato fortunato”.

In seguito, sul suo rapporto con la città ha dichiarato:

“I primi giorni a Napoli vedevo Maradona ovunque. Maradona, Maradona, Maradona. Maradona è il Dio lì. L’ho detto a mio padre. Mi ha detto: “Fammi venire subito a Napoli”. All’inizio andavo in taxi all’allenamento perché non avevo la macchina. E dopo, quando ho visto come guidano, ho detto: “Non posso guidare qui, è impossibile”. Ma quando sono arrivato in albergo… il panorama… oh mio Dio. Era la cosa migliore che avessi mai visto, davvero. Poi esco a passeggiare per la città, e anche i settantenni mi conoscono già. Prima ancora di giocare. La gente mi ferma: “Sei Kvaratskhelia!”, Dico: “Sì, sono io!”. Eruoun ragazzo giovane. Proveniente dalla Dinamo Batumi. E ho un nome difficile. Ma le nonne, i nonni, tutti mi conoscevano già. I napoletani e i georgiano sono quasi la stessa cosa”.

Sulla tifoseria, ha aggiunto:

“I tifosi sono qualcosa di diverso. La stagione in cui abbiamo vinto lo scudetto, dopo la trasferta della Juventus, torniamo all’aeroporto di Napoli, e stiamo cercando di tornare a casa con l’autobus, ma i tifosi hanno preparato i fuochi d’artificio, i fumogeni tricolore, non si vedeva nulla. Perfino nell’autobus non si riusciva a respirare, era tutto azzurro. Ma la gente era così felice, una città intera in festa, tutti, proprio tutti… e anche io! Sono molto, molto felice di giocare per il club di Maradona”.

“L’altra cosa che dico sempre? “Devi vedere una partita allo Stadio Maradona”. Non dimenticherò mai la mia prima vista allo stadio Maradona. Quando sono entrato, anche solo nello spogliatoio, è stato bellissimo. Io normalmente prima della partita non scendo in campo. Alcuni giocatori vanno in campo, sentono l’erba e queste cose, oppure ascoltano la musica con la gente. Io non lo faccio mai. Ma allo stadio Maradona, la prima volta ho pensato: forse dovrei uscire. Devo vedere. Quindi esco ed è stato bellissimo . E anche nel riscaldamento lo stadio era già pieno. Certe emozioni non puoi descriverle. Suonano quella canzone, “La, la, la”, quando inizia il riscaldamento. Poi cantano l’altra canzone di Maradona che segue… è “Olé, olé, olé”, e poi i fan cantano “Diego, Diego”. Quindi ora ogni volta che mi riscaldo, canto anche io: “Diego, Diego”. Mio padre lo adora”.

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