Francesco Calzona vuota il sacco sui suoi tre mesi al Napoli: il tecnico della Slovacchia ha chiarito i motivi che hanno portato al fallimento della sua esperienza azzurra.
Il Napoli è reduce da un decimo posto e da una stagione dove hanno cambiato ben tre allenatori e si apprestano a ripartire da un nome prestigioso come quello di Antonio Conte. Fra i tre tecnici dello scorso campionato, l’ultimo è stato Francesco Calzona, allenatore della Slovacchia che ha accettato di allenare gli azzurri come secondo incarico. Subentrato a Mazzarri, l’ex vice di Sarri non è riuscito a raddrizzare le sorti di una stagione che, comunque, era già stata compromessa prima del suo arrivo.
L’allenatore è balzato agli onori delle cronache in questo Euro 2024, dove è riuscito nell’impresa di battere il Belgio di Lukaku e De Bruyne. Il Corriere dello Sport lo ha così intervistato per parlare dell’Europeo della sua Slovacchia, ma anche dell’Italia, senza tralasciare qualche passaggio sui suoi tre mesi a Napoli.
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Calzona frena quando si parla della Slovacchia agli ottavi: “Lascia stare, dobbiamo incontrare squadre che hanno l’obbligo di vincere per restare in corsa“. Non si trattiene poi dall’esaltare l’attuale ct dell’Italia Spalletti, con cui ha collaborato nel corso della sua prima stagione a Napoli: “Mi ha fatto scoprire un sacco di cose nuove. In particolare, la sua gestione feroce della squadra e dell’ambiente. Lui non delega mai, avviene tutto sotto il suo controllo. Ha una capacità unica di adattarsi a tutti gli ambienti e sa parlare alla squadra“.
Il tecnico ha espresso poi il desiderio di non soffermarsi troppo sul suo legame con Sarri e Spalletti, di cui ritiene di aver parlato eccessivamente nell’ultimo periodo. Inevitabilmente, poi, l’intervista si sofferma sulla sua esperienza da allenatore del Napoli in questa stagione: “Quando sono arrivato io erano già trascorsi sette mesi e mezzo. Ho detto e ripetuto di aver incontrato difficoltà e problemi che non mi aspettavo di trovare“. Il tecnico ha poi lasciato una rivelazione sorprendente:
“Sai qual è la cosa che ha creato danni peggiori? L’obbligo di dover inseguire costantemente la vittoria, per via della classifica in larga parte compromessa. Pareggiamo per 1-1 a San Siro contro un Inter reduce da quindici vittorie di fila, giocammo una partita molto più che decorosa, ma quel pari fu vissuto dall’ambiente come una delusione sconcertante. Eravamo costretti a vincere e non avevamo una condizione mentale all’altezza del compito. In alcune occasioni abbiamo giocato anche un buon calcio, ma non bastava, servivano i tre punti. Non si dava più valore a nulla. “.
Il tecnico aggiunge anche della diffusione di voci nell’ambiente a sua detta non vere:
“Il 95% delle cose che veniva scritte o raccontate in tv non era vera. La quasi totalità dei conflitti che veniva riportati da Castel Volturno non si verificò. Erano barzellette“.
Quando poi gli viene evidenziato che anche Mazzarri, così come Calzona stesso, avevano evidenziato che molti calciatori se ne volessero andare, l’allenatore risponde chiosando che questo fosse: “un discorso diverso“. L’allenatore, così, si rifiuta anche di commentare la vicenda di Kvaratskhelia: “Avevo pochissimo tempo a disposizione e urgenze di squadra e classifica, non mi sono potuto occupare dei problemi personali di questo o quel giocatore“. Calzona ha anche sottolineato in cosa, secondo lui, dovrebbe migliorare:
“Lo state vedendo anche agli Europei, tanti giocatori hanno una partecipazione attiva e sistematica alla fase di non possesso. Kvara solo occasionalmente. E poi deve imparare a sparare meglio le sue cartucce nei trenta metri e risultare più produttivo a centrocampo. Se riuscirà a correggere questi tre punti vincerà il Pallone d’Oro, ne sono certo”.
Chiusura finale emozionale sull’esperienza a Napoli: “Mia figlia è pazza di Napoli. Mi domandava spesso perchè non vincevamo, la risposta le tenevo per me, non le racconto favole”. Nessuna risposta poi su Conte: “Io sono l’uomo del passato. Con me De Laurentiis ha sempre tenuto un comportamento esemplare. Faceva domande, si informava, mai un’ingerenza però. Prima di incontrare la squadra chiedeva sempre. Subito dopo aver incontrato la squadra mi spiegava di cosa aveva parlato“.
Articolo modificato 21 Giu 2024 - 11:06