L’ex centrocampista dei partenopei, Diego Demme, torna a parlare del Napoli e di Napoli nella sua intervista concessa all’edizione odierna del quotidiano Il Mattino.
Sicuramente i suoi ultimi mesi in maglia Napoli non sono stati indimenticabili, ma il suo nome resta comunque tra quelli che hanno portato a casa lo storico terzo Scudetto degli azzurri. Diego Demme è senza dubbio una figura a cui i tifosi del Napoli sono comunque legati, visto il suo affetto per la città e per la squadra partenopea fin da subito evidenti.
L’ex centrocampista del club di Aurelio De Laurentiis è tornato a parlare del Napoli nella sua intervista concessa al quotidiano Il Mattino oggi in edicola. Nel corso del medesimo intervento, Diego Demme ha parlato dei vari successi in maglia partenopea, passando per le difficoltà legate all’esplosione di Stanislav Lobotka e all’ultima stagione caratterizzata da una profonda crisi, che ha portato il Napoli a concludere il campionato al decimo posto. Annata in cui, difatti, Demme è stato lontano dal campo, ma ha avuto modo ugualmente di respirare il clima pesante degli ultimi mesi, che ha intralciato e non di poco il cammino nella scorsa stagione degli azzurri.
Questo post in breve
Demme: “Oggi ancora mi sveglio pensando al Napoli”
“Ancora mi sveglio pensando a Napoli”: questo è solo il primo di tanti passaggi significativi dell’intervista rilasciata dall’ex azzurro Diego Demme ai taccuini de Il Mattino.
In particolare, Diego Demme ha così parlato della città:
“Che cosa mi manca di Napoli? Alzarmi la mattina senza vedere il mare e il Vesuvio fa un certo effetto dopo tutti questi anni. Io ho sempre sentito quella città come casa mia, sono cresciuto nei racconti di mio padre di Napoli e del suo idolo, Maradona”.
Tornando al campo, non mancano certamente i malumori legati al mancato utilizzo in campo nell’ultima stagione:
Ammetto che è stato difficile accettare l’esclusione dalla rosa dopo la buona partita giocata contro la Lazio. Fu il mio procuratore ad avvisarmi. Una brutta ferita, che ho sempre compreso poco. Ho provato rabbia, scontento. Anche perché per la squadra era un periodo difficile, avrei fatto di tutto per dare una mano a farla rialzare. Ma ho accettato senza fare polemiche, anche perché non mi pare di essere stato l’unico ad avere problemi all’ultimo anno di contratto”
Le parole sulla vittoria della Coppa Italia e dello Scudetto
Durante la sua intervista, Diego Demme ha parlato anche dei successi in Coppa Italia e in campionato. Di seguito, quanto evidenziato:
Quella Coppa Italia ebbe un significato particolare per tutti, significava fare dei piccoli passi verso il ritorno alla normalità. E poi al ritorno trovammo migliaia di tifosi a farci festa, nonostante la paura degli assembramenti (per le limitazioni Covid, ndr). Scudetto? Gattuso è stato un grande motivatore e sotto il profilo tattico uno molto preparato. Ma anche con Luciano Spalletti mi sono trovato benissimo, nonostante abbia giocato poco: era uno che anche alla fine di un allenamento, se aveva visto che non avevi reso al massimo, ti faceva la predica. Era capace di tirare fuori da tutti noi, il massimo, anche durante le partite a Castel Volturno. E il risultato si è visto”.
Le dichiarazioni su Conte e sull’ultima stagione con Rudi Garcia
Demme ha poi parlato anche del nuovo corso del Napoli, con Antonio Conte in panchina, e della stagione scorsa con Rudi Garcia in panchina:
“Il Napoli fa bene a voltare pagina con Conte, insistere non ha senso. Quel ciclo è finito e lo abbiamo capito tutti già l’anno scorso. Anche sul modulo ha ragione, il 4-3-3 non deve essere una fissazione. Solo con Mazzarri abbiamo provato a fare delle cose differenti. Lavorare con Conte? Certo che mi sarebbe piaciuto. Il tonfo dello scorso anno è la somma di tante cose: dopo la vittoria un po’ tutti hanno avuto problemi di vario genere, Garcia cercò di apportare subito dei cambiamenti anche piuttosto rapidamente. E poi ha pesato anche il cambio di preparazione atletica”.
Le parole su Lobotka e suoi ex compagni a Napoli
L’ex Napoli ha avuto modo di parlare anche di Stanislav Lobotka e degli altri suoi compagni:
Con Lobotka siete amici? “Certo, siamo arrivati praticamente insieme. Lui ha avuto subito dei problemi, poi io l’infortunio al ginocchio. Mi è sempre piaciuto come uomo e come calciatore e non mi sono mai sentito un suo rivale”.
Ha mai chiesto spiegazione per la sua esclusione? “Non avrebbe avuto senso. Hanno preso una decisione e io non potevo farci nulla. Se non aspettare il momento di tornare a giocare”.
Ha sentito qualcuno del Napoli di adesso? “Jesus e Di Lorenzo. Ho visto alcuni momenti della gara con il Verona e mi è venuto in mente il Napoli dello scorso anno: tanto possesso palla ma poca consistenza davanti alla porta. Un peccato”.
Osimhen andrà via. “Non è una sorpresa. Devo ammettere che Victor è senza dubbio il più forte attaccante che ho visto giocare in Italia. Se ne parla dall’inverno scorso del suo addio: un po’ tutti hanno sentito che lui voleva una nuova avventura. Ma se davvero arriva Lukaku, il Napoli può fare grandi cose”.
Aveva ragione suo padre, ne è valsa la pena venire a Napoli? “Lui è tifoso di Maradona, mi chiamo Diego in suo onore. Sono fiero che le mie figlie portino sui documenti che sono nate in questa meravigliosa città. Quando andranno in giro per il mondo e vedranno il passaporto, avranno motivo di essere orgogliose”.