La conferenza stampa di Antonio Conte a due giorni da Napoli-Como, match valido per la settima giornata di campionato.
Antonio Conte incrocia Cesc Fabregas in un incontro tutto inedito tra allievo e maestro. I due si sono conosciuti al Chelsea, quando lo spagnolo era ancora un centrocampista di livello assoluto e sotto la gestione del mister disputò oltre 80 match in due anni.
Ora la sfida tra Napoli e Como, e Antonio Conte presenta il match in conferenza stampa a Castel Volturno, affrontando diversi temi: dai singoli, passando per Lukaku e Kvaratskhelia, allo scandalo ultras di Milan e Inter.
Sulla classifica – “Il fatto che si siano alternate in vetta alla classifica sei squadre diverse significa che ci sarà un assestamento. Bisogna fare punti perché ci saranno momenti più duri. Continuiamo a lavorare, credendo nel percorso che stiamo facendo. Devo dire che sono molto soddisfatto perché sto lavorando con un gruppo che mi dà ampia disponibilità”.
Su Fabregas – “Con Cesc abbiamo vinto la Premier League, la FA Cup…Abbiamo condiviso momenti importanti. Ho sempre pensato che lui potesse intraprendere la carriera da allenatore. Era un centrocampista, era curioso, chiedeva sempre. Sta facendo un percorso bello e veloce, però si sta dimostrando preparato sotto tanti punti di vista. Il Como è la squadra rivelazione. Poteva fare nove punti nelle ultime tre gare. E’ in salute e ha grandi giocatori giovani e di esperienza, come Sergi Roberto e Cutrone. Sappiamo che dobbiamo affrontare una squadre che ci creerà grosse problematiche. Noi ci stiamo preparando per cercare di non farci cogliere impreparati”.
Sullo stadio – “In Italia siamo indietro. Uno stadio di proprietà e un centro sportivo sono fondamentali per la crescita di un club. In Inghilterra, nelle serie minori, hanno stadi e centri sportivi che rimarresti a bocca aperta. Stadio come il Maradona o San Siro o ancora l’Olimpico fanno parte della storia, sono riconosciuti in tutto il Mondo. Troverei un modo per farsi che siano accoglienti. Ci sono delle strutture che devono essere migliorate, ma mi dispiacerebbe se diventassero solo musei. A me dicevano che se non avessi giocato a San Siro non sarei mai stato chiamato calciatore”.
Sulla condizione di Lukaku – “Romelu Lukaku sta lavorando, sta iniziando a lavorare con gli stessi carichi di lavoro degli altri. Ha bisogno di lavori specifici, è una macchina differente dagli altri. È un calciatore che inizia a stare in buona condizione, integrato alla perfezione con il resto del gruppo. Per me in campo è un giocatore che sposta gli equilibri”.
Sulla crescita dei calciatori – “Noi continuiamo a migliorare sotto tutti i punti di vista, nelle scelte. Quello che mi piace è la disponibilità di apprendimento dei ragazzi. Ci sono dei margini di miglioramento, sono passati solo 3 mesi, ma vedo che sono cresciuti tanto a livello caratteriale, tattico, dal punto di vista della determinazione e della voglia”.
Vantaggio giocare in anticipo – “È un vantaggio se vinceremo (ride ndr). Saremo i primi a giocare, avremo un vantaggio a stare in testa, ma in questo momento conta poco. Le partite vanno sempre giocate. Tutte le partite sono sempre difficili. Vincere sarebbe importante, affrontiamo una squadra che forse è una delle più difficili per il momento di forma. Dobbiamo abituarci ad avere sempre la pressione. Io la sento sempre prima di una partita. Noi dobbiamo averla insita in noi e questo fa parte della mentalità vincente. Dobbiamo anche avere quella sana paura che ti fa alzare l’attenzione, che non ti fa scendere in campo da presuntuoso. La partita è “morte tua, vita mia” a livello sportivo. Stiamo lavorando anche su questo punto di vista. Questa pressione deve alzare il livello d’attenzione, noi dobbiamo essere bravi a tapparci le orecchie. La pressione qualche furbetto può metterla da fuori, magari per coprire la propria squadra. La storia ha insegnato che gli Scudetti li vince chi ha storia, valore patrimoniale della rosa, il monte ingaggi. Quando sento parlare qualcuno che mette pressione su di noi, che pensi alla pressione che si deve mettere da solo. Ha voluto la bicicletta ora pedali. A Napoli si dice ” ‘Cca nisciun è fess”.
Sulla sostituzione contro il Monza e nervosismo di Kvaratskhelia – “Ha fatto la sua partita, sicuramente era un po’ nervoso perché ha preso il giallo dall’arbitro. Ha protestato, è un po’ insolito per lui. Ma a me piace, significa che sente la sfida, la partita. Però chiaramente deve stare tranquillo con l’arbitro, noi vogliamo finire sempre in 11. Vedo Kvaratskhelia molto coinvolto sia dal punto di vista tecnico, che emotivo. Voglio vedere giocatori coinvolti emotivamente, che durante la partita si arrabbiano anche con il direttore di gara per qualche decisione, significa che hanno voglia di fare qualcosa di bello tutti insieme”.
Sui problemi ultras-società e sul nome gradito ai tifosi del Milan – “Se avessi avuto contatti diretti con queste persone, sarebbe stata una cosa grave. Io sinceramente non li conosco. I gradimenti dei tifosi possono solo farmi piacere, perché il mio lavoro è apprezzato a 360 gradi, anche avendo lavorato in società rivali come Inter e Juventus. Non so benissimo la situazione, ho letto degli arresti a Milano. Non mi esprimo perché non sarei corretto, non conoscendo la situazione. Il calcio è felicità, gioia, condivisione, la sana passione del tifoso. Non dobbiamo mai dimenticarlo, poi noi dobbiamo pensare a fare del nostro meglio. Dobbiamo tutelarlo e proteggerlo“.
Sul Maradona pieno – “Questa passione è linfa per noi. Vedere il nostro tifoso appassionato, così passionale, ci fa piacere. Non ci isoliamo, vogliamo condividere con i nostri tifosi dando il 100% e più. Il nostro tifoso deve vedere che usciamo con la maglia sudata. Credo che si stia creando quest’alchimia. Non voglio che ci chiudiamo e voglio che sentano questa passione, che dev’essere una sana responsabilità per tutti. Sono stato accolto in una maniera incredibile, ho sempre detto che non avevo ancora dato nulla. Napoli ti avvolge e ti regala qualcosa di incredibile. Il connubio dev’essere forte, al di là del risultato. Stiamo lavorando in maniera seria. Finché ci sarà la maglia sudata ci aspettiamo lo stadio sempre pieno”.
Sulla crescita di Rrahmani – “Il giocatore dopo di me sarà un giocatore migliore. Non sono presuntuoso, ma parla la storia. So quello che trasferisco a tutta la squadra e loro lo vedano. Loro apprezzano e si aprono sempre di più. L’anno scorso eravamo la 10a peggior difesa in Serie A, la 15a peggior difesa in casa. Ma non era colpa solo dei difensori, ma di tutta la squadra. Così come si attacca tutti insieme, bisogna difendere tutti insieme. Quando c’è stessa voglia e compattezza diventa più semplice per tutti. Nell’esaltare l’aspetto difensivo dei singoli, bisogna esaltare tutti, dai centrocampisti agli attaccanti che ripiegano. Chi vince solitamente ha la miglior difesa e il miglior attacco o il secondo miglior attacco”.
Lobotka e Gilmour – “Gilmour mi sta mettendo in grande difficoltà, perché è un giocatore forte e ha Lobotka davanti. Vede la giocata subito, è forte nei contrasti e recuperi. Sono due giocatori che possono giocare insieme. McTominay e Anguissa insieme in regia hanno caratteristiche diverse. Possono farlo assieme, ma devono avere un regista affianco”.
Sulla mentalità e sulla Serie A – “La mentalità non deve cambiare. Dobbiamo giocare sempre per i tre punti, sia quando affrontiamo la prima in classifica sia quando affrontiamo l’ultima. Il campionato italiano è difficile. Affrontiamo il Como che vinceva due a zero contro il Bologna, ha vinto contro l’Atalanta…ti fa capire la difficoltà del campionato. Dobbiamo essere martelli, pensare di partita in partita”
Articolo modificato 3 Ott 2024 - 10:00