Gianfranco Zola ha parlato del Napoli capolista in Serie A concentrandosi su Kvaratskhelia, Antonio Conte e svelando un retroscena su Lobotka
Gianfranco Zola sa come si vince, sia da giocatore, che come vice allenatore. Il suo passato è legato inesorabilmente al Napoli per lo strico scudetto vinto nel 1990 e quell’Europa League alzata col Chelsea nel 2019 come vice del grande ex Maurizio Sarri. Una carriera storica in Inghilterra, proprio con i Blues, che gli ha permesso di diventare una leggenda a Londra.
Oggi Zola è il vice presidente della Lega Pro, ma ha uno sguardo vivissimo sulle vicende di casa Napoli e sa perfettamente come sta lavorando Antonio Conte. Segue il nostro campionato, così come quello inglese, ed ha contezza del livello che è tornato a raggiungere il club partenopeo. “Non ha mai smesso di essere grande” ha detto in un’intervista realizzata al Mattino, ricca di spunti interessanti.
“Ha colpito quello che ha fatto lo scorso anno. Ma quando convinci uno come Antonio Conte a venire ad allenare, vuol dire che lavori per essere una big. Per lottare per lo scudetto. Antonio non si accontenta e chi lo ingaggia sa bene chi è”. Ha così proseguito l’ex giocatore, sottolineando la grandezza della società ed il lavoro fatto da Aurelio De Laurentiis.
Fu proprio Zola a spingere il Chelsea a prendere Conte e il tecnico leccese portò la Premier a Londra: “Mi prenderei volentieri questo merito. Vero che li mi vogliono bene, ma quando lasciò la Nazionale per Londra io, che ero al Birmingham, dissi subito che era la mossa per far vincere la Premier ai Blues. Non sbagliavo”. Lungimiranza e conoscenza della materia umana messa a disposizione, armi decisive per un vincente.
Conte sta facendo un grande lavoro anche nel Napoli, ma di questo Zola non è sorpreso: “Quello che stupisce maggiormente è la velocità con cui ha sistemato le cose. Solo lui poteva risollevare una squadra precipitata così a fondo, in così poco tempo, Ma è la sua specialità”.
Zola ha poi aperto una parentesi proprio sul campionato inglese: “E’ ancora avanti a tutti. Un peccato ma è così: c’era una volta il Napoli che comprava in giro per il mondo Careca, Maradona, Alemao, Francini, Crippa. Ora è difficile metterli insieme in una squadra italiana. A meno che non li prendi ancora semisconosciuti o che crescono nel vivaio”.
A proposito di giocatori scoperti da semi sconosciuti, uno di questi è ovviamente Khvicha Kvaratskhelia, su cui Zola si è così espresso: “Succede che non stia vivendo il suo momento migliore. I talenti possono vivere delle giornate storte: succede a Dybala, Lautaro che sono quelli che incantano con le giocate. Io credo, poi, che le sofferenze dello scorso anno, hanno aiutato Kvara a crescere ancora di più, a farlo maturare nella sofferenza: ma è merce rara saltare uomo, puntare il difensore, saltarlo”.
Poi ha proseguito: “Prima c’erano i Baggio, i Del Piero, i Totti, i Maradona e tanti altri: era un calcio palleggiato, dovei calciatori prendevano l’iniziativa, si assumevano le responsabilità dell’uno contro uno, cercano la fantasia. Ora invece c’è una organizzazione più attenta rispetto al passato. E allora i numeri 10 sono un po’ passati di moda”.
Zola ha quindi concluso con una battuta proprio su Kvara e con un aneddoto su Lobotka: “Kvara lo vedrei benissimo in Premier. Ma avrei visto bene anche Lobotka: quando io e Sarri eravamo ai Blues lo abbiamo cercato, abbiamo tentato di prenderlo. Aveva le stesse caratteristiche che adesso lo rendono uno dei registi più forti al mondo. Come lo era anche Jorginho”.