Tiberio Ancora, personal trainer ed educatore alimentare del Napoli ha rilasciato alcune dichiarazioni analizzando diversi temi.
La stagione del Napoli è partita al meglio, con tantissimi calciatori che son tornati a rendere al meglio. Infatti, i protagonisti grazie alla preparazione ideata da Antonio Conte e il suo staff vantano un’ottima condizione fisica. Ovviamente, ad aiutar ancor più i giocatori è l’alimentazione ideata dagli esperti presenti all’interno della società azzurra.
Uno dei protagonisti in questo senso è Tiberio Ancora. Quest’ultimo, riveste il ruolo di personal trainer e educatore alimentare all’interno della società azzurra. Si tratta di una figura professionale che ovviamente aiuta i calciatori nel corso della stagione. Lo stesso protagonista ha rilasciato alcune dichiarazioni importanti analizzando diversi temi.
Ancora: “Mi butterei nel fuoco per Conte. Ha tutta la mia considerazione”
Su CRC, radio partner della SSC Napoli, è intervenuto il personal trainer ed educatore alimentare del club azzurro, Tiberio Ancora, il quale ha analizzato il lavoro che viene svolto quotidianamente con la squadra. Di seguito le sue parole.
“Sono stato un ex calciatore ed ho sempre curato l’aspetto fisico, anche 30 anni fa. Questa visione, quasi maniacale, che avevo di curarmi l’alimentazione e fare allenamenti sulla forza, mi ha dato l’idea completa di quella che poteva essere l’efficienza fisico-organica di ogni calciatore. Ho studiato e ho preso qualifiche mentre giocavo: questo mi ha permesso di mettere in pratica quello che adesso è diventato il mio lavoro”
Su Conte: “Vi racconto un aneddoto. L’ultima partita di Antonio Conte con il Lecce la giocava contro il Messina, in cui giocavo io. Successivamente lui andò alla Juventus. Siamo sempre stati amici, ma non ci siamo mai frequentati. Quando ho iniziato l’attività di personal trainer ed educatore alimentare, lui è stato sempre attento ai miei passaggi. Un giorno mi incontrò al mare, 18 anni fa, e mi propose di collaborare con lui: all’epoca era una visione sconosciuta quella del mio ruolo all’interno di una squadra”.
Sul lato professionale: “Per lui mi butterei nel fuoco, ha la mia massima considerazione. A livello professionale per me rappresenta un punto di riferimento essenziale, perché la sua cura dei dettagli e la sua maniacalità nel portare avanti questi discorsi, lo rendono uno dei migliori allenatori al mondo. Riesce ad avere una visione, a cui gli altri arrivano sempre dopo: questa è una caratteristica che lo rende unico. A livello umano gli sono molto legato, è una persona estremamente umile, disponibile, simpatica: fuori dai riflettori del calcio ti accorgi di quanto sia cordiale, socievole e spassoso.
Sui calciatori: “Un atleta secondo me deve avere delle percentuali ben precise a livello di condizione generale, e questo passa attraverso massa magra, massa grassa, idratazione, agilità, forza, resistenza, frequenza cardiaca. Io faccio tutte queste valutazioni per capire l’efficienza fisica, organica e mentale di ogni calciatore: ho dei parametri e delle percentuali che un atleta per rendere al massimo deve assolutamente soddisfare. Chi esce da questi parametri si vede che non è in condizioni o è predisposto ad infortunio”.
Sul lavoro individuale: ” A seconda della tipologia corporea e della condizione, li personalizzo e mi confronto con il preparatore atletico, con il mister e con il dottore per essere un valore aggiunto e far sì che il mio intervento possa essere utile a migliorare la condizione dell’atleta. I calciatori hanno tanta voglia di migliorarsi, ma spesso non sanno come farlo. Alcuni calciatori mi continuano a chiamare anche quando smettono di lavorare con noi.
Sul piano alimentare: “I miei riferimenti sono quelli basati sull’uomo paleolitico, quindi mi baso su carne, pesce, frutta, verdura e uova: mangiare a sazietà senza contare le calorie. Mi sentirei di dare questo consiglio, molto semplice ma efficace. Chi vuole risolvere problemi alimentari, con questi riferimenti può farlo. L’avvento di malattie, come diabete e colesterolo, è dovuto ad un’alimentazione scorretta e cibo spazzatura che ormai si trova dappertutto.
Sui gli impegni dei club: “Ma il mio lavoro non cambia, perché la richiesta energetica è sempre bilanciata alla propria condizione. Se ho una percentuale ottimale, pianifico quello che serve a seconda del carico di lavoro dovuto alle partite. Mi regolo di conseguenza, sempre dopo una valutazione oggettiva della condizione.