Conte e i motivi della crisi del Napoli (SpazioNapoli.it)
Napoli Calcio Ultimissime – I motivi della crisi degli azzurri: un focus sulle 4 cause del momento negativo e dei risultati che hanno portato alla perdita del primo posto
C’era una volta la squadra gagliarda e aggressiva capace di mettere sotto anche un avversario tostissimo come l’Atalanta di Gasperini. E finito il Napoli che rimonta ed è iniziato il Napoli che si fa rimontare. Nel mese di febbraio per tre volte in vantaggio, per tre volte si è fatto raggiungere, spesso nei finali di gara, quando l’impressione era quella di una squadra scarica e senza benzina nelle gambe. Il Napoli che a gennaio metteva sotto Fiorentina, Verona, Atalanta e Juventus non è stato nemmeno lontano parente di quello che si è abbassato troppo all’Olimpico incassando il gol del romanista Angelino in pieno recupero, così come nulla ha a che fare con la squadra totalmente inesistente ritornata in campo al Maradona nella ripresa contro l’Udinese. In quell’occasione gli azzurri non sono stati in grado di aggredire l’avversario per andare a prendersi una vittoria che avrebbe certamente ridato energie mentali a tutto l’ambiente. Stesso atteggiamento remissivo visto al Sinigaglia contro il Como che aggiungendo un pizzico di qualità e sfrontatezza in più rispetto all’Udinese si è addirittura andato a prendere la vittoria nel finale di gara. Contro la Lazio, precedentemente, la squadra si è abbassata troppo e negli ultimi minuti si è fatta schiacciare dai biancocelesti fino al momento del gol del pareggio di Dia.
In principio il dubbio era: Kvara o Neres? Poi è diventato: Kvara e Neres? Adesso è: chi al posto di Neres? Perché Kvara è stato ceduto al Psg nella sessione di mercato di gennaio, mentre Neres è ai box per un problema muscolare. Il vero problema del Napoli di oggi sta nella gestione sbagliata delle scelte sul mercato nel mese di gennaio. Dopo la cessione del georgiano al Psg e il conseguente incasso di circa 70 milioni, il club non è riuscito a consegnare nelle mani di Conte un sostituto all’altezza per dare un’alternativa a Neres.
Ok, sul gong del calciomercato è arrivato Okafor, ma l’impressione è che si sia trattato solo di un nome da mettere in rosa per fare numero durante gli allenamenti. Di sicuro passare da Garnacho e Adeyemi (due top player di United e Dortmund)
a Okafor (riserva del Milan, rispedito al mittente dal Lipsia proprio nell’ultima sessione di mercato) è stato un salto nel vuoto, per di più senza paracadute. Il Napoli si è ritrovato senza alternative e senza soluzioni per poter andare ad aumentare il peso offensivo nei finali delle gare da vincere. Oltre a Okafor sono arrivati Billing (che ha fatto il suo esordio a Como) e Hasa, 2lenne di belle speranze – ci si augura – che però al momento non ha collezionato nemmeno un minuto con la maglia azzurra.
Tutti insieme appassionatamente. C è stato un momento in cui l’infermeria del Napoli è stata più affollata della Circumvesuviana in direzione Sorrento durante una torrida estate. Olivera, Mazzocchi, Spinazzola e Neres si sono fatti male quasi contemporaneamente e – caso del destino – erano proprio loro i quattro moschettieri destinati a giocare sulla corsia sinistra del Napoli. Sfiga? Certamente è stata una coincidenza sfortunata, ma sta di fatto che quelle assenze contestuali hanno costretto Conte a dover trovare soluzioni alternative e di emergenza per schierare la squadra in campo. Le assenze per infortunio, unite al mercato deficitario, hanno convinto l’allenatore a cambiare modulo in corsa, passando dal 4-3-3, che aveva portato risultati positivi e gioco brillante, al 3-5-2, che di fatto non ha rallentato la corsa del Napoli nella volata scudetto.
Contro il Como è rientrato Spinazzola, contro l’Inter potrebbe rivedersi Olivera, mentre per Neres e Mazzocchi i tempi saranno ancora un po’ più lunghi. Per questo Conte sta ancora riflettendo sulle scelte più appropriate da fare in vista del big match di sabato al Maradona, nella speranza che l’infermeria si possa svuotare il più velocemente possibile per riavere a disposizione tutti gli uomini nell’ultimo miglio che può portare allo scudetto.
Nel calo generale c’è ovviamente quello dei singoli, o almeno di quelli che dovrebbero provare a fare la differenza per tasso tecnico e personalità. Il primo a finire sul banco degli imputati è certamente Romelu Lukaku che a gennaio è stato il mattatore del Napoli con 3 gol 3 due assist messi a referto e che nel mese di febbraio è fermo al palo (0 gol e appena lassist servito). Big Rom sembra essere Little Rom e senza il suo contributo in fase offensiva, le percentuali del Napoli in zona gol sono crollate.
Lukaku è uno che da solo può tenere a bada tutta la difesa avversaria ma Conte a Como lo ha sostituito dopo appena un’ora di gioco. Senza Lukaku, però, il Napoli perde il punto di riferimento e i compagni non sanno dove appoggiarsi per sfondare. La speranza, però, è che dopo questo mese possa tornare ad essere determinate a suon di gol e sponde preziose.
Così come Lobokta che sembra aver perso l’argento vivo che solitamente lo caratterizza. Meno brillante, meno rapido nelle scelte, meno incisivo nella fase di costruzione: se Antonio Conte lo ha addirittura sostituito a 10 minuti dalla fine nella gara (da vincere) contro l’Udinese vuol dire che il campanello d’allarme suonava a tutta forza. Ma lo slovacco sembra leggermente affaticato e le sue prestazioni sono molto al di sotto dei suoi standard.
Articolo modificato 25 Feb 2025 - 10:01 10:01