Domenica scorsa, al Maradona, le curve hanno sventolato striscioni con “Anema e Core”, un inno per caricare il Napoli in questa stagione da capogiro. E chi meglio di Massimo Ranieri, voce e anima partenopea, può raccontare il legame viscerale tra la città e la sua squadra? In un’intervista al Mattino, il cantante non si è risparmiato: ha parlato di calcio, di Conte, di orgoglio napoletano.
“Non c’è un rapporto così forte altrove, è sanguigno, accorato, unico”.
Un filo rosso che lega Napoli al suo club, dai giorni bui della Serie C ai trionfi di Maradona, fino alla rinascita di oggi sotto la guida di Antonio Conte. Perché il Napoli non è solo una squadra: è un riscatto, un grido di chi, nella vita di tutti i giorni, si è visto lasciare “le briciole”. Ranieri lo sa bene:
“Quando i campioni vincevano sul campo, da Sivori a Kvaratskhelia, ci sentivamo tutti più grandi”.
E ora, con Conte al timone e lo Scudetto a un passo, quel sogno sembra più vivo che mai. Ma andiamo con ordine, perché le parole di Massimo sono un viaggio nel cuore della città e della sua passione.
Questo post in breve
Napoli e Conte: un legame che batte nel cuore della città
“Credo che non vi sia in nessun altro posto un rapporto così tra città e squadra”, racconta Ranieri con quel tono che sa di casa. Lo ha visto negli anni duri, quelli della Serie B e della C, quando il Napoli era l’unica luce in fondo al tunnel. “Ci distraeva, ci faceva sorridere”, ricorda, quasi con nostalgia. E oggi, con lo stadio Maradona che fa registrare un tutto esaurito dietro l’altro, quella connessione è più forte che mai. “Il Napoli è il nostro orgoglio”, aggiunge, “un simbolo che va oltre i giocatori, perché la maglia resta, come una bandiera”.
E poi c’è Antonio Conte, un uomo che ha conquistato Ranieri fin dal primo giorno. “Mi piace da matti”, confessa. “Vorrei conoscerlo, stringergli la mano, dirgli grazie”. Non solo per i risultati – che pure parlano da soli – ma per quel “senso del dovere” che Conte porta con sé. “Amma fatica’”, ha detto appena arrivato, e Napoli lo ha preso in parola. “È leccese, un uomo del Sud”, spiega Ranieri. “Sa cosa ci scorre nelle vene, conosce i nostri sogni e i nostri veleni. Ha capito subito che la passione di questa città è un serbatoio di energia, una marcia in più”. Un aneddoto? “Un giocatore con i sassi nello stomaco, spinto dal tifo, corre comunque come un matto. Ecco cosa fa Napoli”.
Massimo Ranieri su Conte: il maestro che ha rimesso insieme i cocci
Da Sanremo, Ranieri aveva lanciato un messaggio a Conte: “Antonio, miettece ‘a mano tu”. E il tecnico non si è fatto pregare. “Un anno fa ci chiedevamo come fosse possibile passare dallo Scudetto a metà classifica”, riflette Massimo. “Poi è arrivato lui e ha fatto il miracolo”. Un miracolo fatto di lavoro, sudore e un’idea chiara: rimettere insieme i cocci di una squadra che sembrava smarrita. “È un maestro”, dice Ranieri, “come a scuola: i giocatori lo rispettano, lo seguono, imparano”. E i risultati si vedono: a dieci giornate dalla fine, il Napoli è lì, a un punto dal primo posto.
Tra i protagonisti, Ranieri ha un debole per Anguissa. “Sono anguissiano”, ride. “Questo ragazzo non tocca il terreno, sta sempre un centimetro sopra. Fa numeri straordinari”. Ma il vero asso nella manica è Conte: “È entrato nel cuore della città, nei muscoli e nella testa della squadra”. E Napoli, si sa, quando si innamora lo fa con tutto il cuore. “Spero resti per dieci anni, come Ferguson al Manchester United”, sogna Ranieri. “Non solo per le vittorie, ma per quello che rappresenta: un uomo del Sud che ci capisce, che sa trasformare la passione in forza”.
Scudetto Napoli 2025: piedi per terra, ma il sogno è vivo
A dieci giornate dal termine, con Inter e Atalanta come rivali, il quarto Scudetto Napoli è un argomento che scalda gli animi. Ma Ranieri frena gli entusiasmi: “Piedi per terra”. Certo, il calendario sembra sorridere agli azzurri, più morbido rispetto a quello delle concorrenti. “Eppure niente è comodo”, avverte. “Conte ha già fatto qualcosa di grande, e la Coppa dei Campioni – sì, la chiamo ancora così – è una gioia che ci portiamo dentro”. La Champions League, il sogno europeo, è un altro obiettivo che il Napoli di oggi può inseguire senza paura.
“Napoli è cultura, storia, conoscenza”, aggiunge Ranieri con orgoglio. “Qui si cantano le canzoni del Seicento, qui è nata una delle prime università”. E il calcio, in questa città, è arte pura: “Abbiamo visto Diego, Krol, Platini. Gente che non calciava un pallone, ma lo accarezzava con la testa”. Oggi il calcio italiano lo annoia un po’, “salvo la Premier e il Napoli di Conte, che è emozione pura”. Lui, che non vive più stabilmente a Napoli, sente comunque il richiamo: “Torno presto in teatro, mi godo la famiglia, dai fratelli ai pronipoti. E allo stadio, quando posso, perché questa squadra è un pezzo di me”. “Cu ‘a pacienza se arriva ‘o miracolo”, dice il proverbio. E con Conte e Ranieri a fare da guida, chissà che il miracolo non sia già dietro l’angolo.
Last Updated on 15 Mar 2025 – 11:23 by Claudio Mancini