Tommaso Bianchini ha rilasciato una lunga intervista in cui ha raccontato l’evoluzione del brand Napoli fra aneddoti passati e futuri.
Il Chief Revenue Officer del Napoli Tommaso Bianchini si è raccontato nel corso di una lunga intervista all’IPE Business School. Il dirigente azzurro ha toccato tanti temi del presente e del futuro del club, in ottica marketing e non solo.
In primis, ha definito quello che è stato il suo obiettivo prioritario nel corso della sua esprienza napoletana:
“Sono a Napoli da gennaio 2022, questi anni sono serviti a dare una struttura e un’identità al brand Napoli sul mercato nazionale e internazionale. La nuova fase sarà di contaminazione fra le aree per dare ulteriori strumenti d’ingaggio ai tifosi: siamo chiamati a dotarli di strumenti di connessione giornaliera col club”.
Questo post in breve
Bianchini: “Si apre una seconda fase per il Napoli”
Ha spiegato poi come intende evolvere la sua strategia nei prossimi mesi:
“Fino ad oggi abbiamo lanciato due filoni: “da Napoli verso il mondo” e “orgogliosi di essere Napoli”, quello che abbiamo fatto è porci come un ponte fra la città di Napoli e il resto del mondo dove abitano milioni di fan. Quindi questa è stata una prima fase più che altro di raccolta dati, di informazioni e per farli sentire a casa. Ora si apre la seconda fase, che è andare a casa loro. Ovviamente in questa prima ondata ci siamo concentrati sia su uno storytelling di brand, sia cul coinvolgimento di brand internazionali come Coca-Cola. Oggi è il momento di entrare nei mercati internazionali con target con progetti anche fisici e concreti. Penso alle Academies, alle leggende o ai touch point fisici”.
Sul perchè voler rendere il brand Napoli così internazionalizzato, Bianchini ha lanciato un messaggio molto chiaro:
“La casa del Napoli è il mondo, perché i napoletani sono in tutto il mondo. Hanno dovuto aspettare 33 anni per uno Scudetto che è arrivato nel 2023. Ancora oggi abbiamo il supporto che quando parli di Napoli all’estero il primo nome che fai è quello di Diego Armando Maradona, il più grande giocatore della storia del calcio. Oggi stiamo aggiungendo altri elementi , partendo dal concetto del ricordo che resta alla base, però oggi c’è anche un presente che parla di un Napoli inserito nella città sempre di più”.
Bianchini si è poi soffermato sulla collaborazione con OneFootball, spiegando anche un progetto futuro del club:
“Il rapporto con OneFootball è stato di più tipi: nel 2022 gli NFT che poi furono abbandonati da OneFootball stesso. Quello che è stato un processo di trasformazione digitale che ci vedrà lanciare gli OTT nei prossimi mesi. Questo è stato il primo esperimento fattivo, perchè con OneFootball abbiamo fatto un accordo per trasmettere live le amichevoli del precampionato. Questo ha permesso a milioni di tifosi in tutto il mondo di seguirci con un click”.
Gli aneddoti di Bianchini su Kim e Osimhen
Bianchini ha poi raccontato il calore del tifo napoletan, con uno speciale aneddoto su Kim
“Noi qualsiasi cosa facciamo, è per i tifosi. Racconto un aneddoto: stavamo in chiusura con Upbit, che è stato sponsor di maglia per due stagioni (anche in quella dello Scudetto). Vennero per trattare i diritti d’immagine individuali di Kim, in quei due giorni andammo anche dal buon Ciro Oliva. Vissero un’esperienza talmente forte che dissero: ‘Perchè sponsorizzare solo Kim?’ e passarono a sponsorizzare il Napoli con Kim al centro.
Infine, un racconto speciale sull’annata dello Scudetto che coinvolge anche Osimhen:
“L’aneddoto che più mi è rimasto nel cuore è Juventus-Napoli nell’anno dello Scudetto. Partiamo in aereo per tornare a Capodichino e non so quante persone c’erano, tipo 10.000 persone. Ci abbiamo messo 3-4 ore dall’aeroporto al centro sportivo, con centinaia di motorini che ci seguivano e che sono anche nelle riprese del film. Qaundo le ho viste con la musica di Geolier di sottofondo, mi è sembrata di aver vissuto un film, invece era reale”.
“Era un misto fra sogno e realtà: erano le 2 di notte, eravamo tutti rintronati. Osimhen è salito sul tetto, ho provato a dirgli che non era il caso, ma voglio dire a quel punto…”