Calzona torna a parlare del Napoli e confronta la sua gestione con quella di Conte, individuando un elemento che ha fatto la differenza.
Francesco Calzona è tornato a parlare del Napoli. Il suo intervento è stato utile a chiarire un grande mistero: come è possibile che la squadra che quest’anno sta lottando per la vittoria dello Scudetto sino alla fine sia finita lo scorso anno al decimo posto?
Calzona, terzo allenatore della tormentata scorsa stagione, ha fatto un confornto fra la sua esperienza e quello che, invece, sta succedendo adesso sotto al guida di Conte con un’analisi molto lucida nel corso della sua intervista a Radio Deejay nel corso della trasmissione Deejay Football Club.
Questo post in breve
Calzona svela: cosa mancava al suo Napoli
Calzona ha inznaitutto affermato con pochi dubbi di non avere rimpianti:
“Rifarei questa esperienza? Sicuramente sì, non sono nessuno per rifiutare il Napoli. Per me è stata una grande occasione che rifarei senz’altro, specialmente per Napoli. Ho imparato tanto perchè avevo bisogno anche di confrontarmi con una situazione difficile. Devo dire che nonostante i mille problemi ho avuto un grande rapporto con la squadra, hanno provato a fare quello che gli chiedevo, magari non ci sono riusciti. Però avevo la sensazione chiara che loro mi seguivano, non ho mai avuto nessun tipo di discussione. Poi sappiamo il carattere del presidente, ma con lui ho avuto sempre un grande rapporto sia dal punto di vista personale, che professionale”.

Calzona poi offre una spiegazione ben precisa sulla differenza di rendimento fra le due annate:
“Problema mentale? Il grosso problema era che la squadra non era protetta. Non c’erano delle figure che nelle difficoltà proteggevano la squadra, i giocatori sono stati caricati di mille responsabilità e forse non c’era la condizione di prendersi carico di queste. Si era creata una situazione veramente difficile, chiaramente la piazza non era felice, nonostante ci abbiano aiutato per buona parte del campionato. Poi chiaro che quando non arrivavano i risultati ci fischiavano come è giusto che sia. Però era difficile incidere, si era creata una situazione molto particolare: quando non c’è una figura sportiva al di là dell’allenatore la squadra ne risente, ha bisogno di riconoscersi in figure come allenatore e il direttore sportivo. L’anno scorso non c’erano tutte queste condizioni per fare bene”.
Calzona spiega: cosa è cambiato con l’arrivo di Conte
Calzona offre così, in definitiva, la sua spiegazione sui cambiamenti che ha avuto il Napoli con Conte:
Spiegazioni sul cambiamento con Conte? Un po’ di tutto. Sicuramente la grande personalità dell’allenatore, che ha fatto delle scelte inizialmente chiare. Ha potuto anche in parte scegliere i sostituti dei giocatori che sono andati via, gli acquisti dell’anno scorso non sono stati proprio azzeccati per l’adattabilità della squadra. Una squadra che gioca 80 minuti nella squadra avversaria ha bisogno di esterni che vanno all’uno contro uno per creare situazioni e non avevano quelle caratteristiche, erano inadatti a questo modo di giocare.
Poi vista l’esperienza dell’anno scorso la società è andata su indvidui con le caratteristiche che voleva l’allenatore. Sicuramente c’è tanto di Conte, ma questa è tutta un’altra squadra per qualità. Molti è vero che sono arrivati decimi, ma l’anno prima avevano vinto lo Scudetto”.

In defintiva, Calzona viene stuzzicato da Caressa, il quale gli chiede se quindi quello di Conte possa essere definito “un grande lavoro ma non un miracolo”, ma lui evade in parte la risposta:
“Penso che il Napoli sia una squadra che possa stare ad alti livelli. Poi Conte è sicuramente un lavoro aggiunto”.