Juan Jesus si racconta nel corso di Drive&Talk: il podcast ufficiale del Napoli. Il difensore brasiliano ha raccontato diversi aneddoti anche sul suo passaggio al Napoli
Il podcast Drive&Talk della SSC Napoli torna a regalare emozioni, portando i tifosi dentro la vita dei loro beniamini. Nel tragitto casa-lavoro, tra un semaforo e un sorriso, i campioni azzurri si aprono come non mai. Questa volta tocca a Juan Jesus, difensore roccioso e cuore pulsante del Napoli, che con la sua storia ci ricorda perché il calcio è molto più di un gioco.
Dagli esordi in Brasile fino alla maglia partenopea, il suo racconto è un viaggio fatto di sacrifici, sogni e incontri che hanno segnato una carriera straordinaria.
Questo post in breve
Juan Jesus: dagli esordi in Brasile alla conquista della Libertadores
Quando si parla di Juan Jesus, si parla di un ragazzo che ha sempre avuto le idee chiare, ma anche il coraggio di cambiare rotta.
“Giocavo all’America Mineiro, la squadra della mia città, e pensavo: sto qua e faccio come fanno tutti, dall’America al Cruzeiro, poi Olanda, magari Francia e ritorno in Brasile”.
Ma il destino, si sa, ama mischiare le carte. Un amico lo convince a provare con l’Inter di Porto Alegre, una delle fucine di talenti più prestigiose del Sudamerica.
“Giocavo con quelli più grandi, dell’89/90, e pensavo: se va male, torno a casa”. L’Inter di Porto Alegre ha un settore giovanile pazzesco”.
La svolta arriva con la vittoria della Copa Libertadores, un trofeo che per un ragazzo brasiliano è come toccare il cielo con un dito. Non solo: diventa capitano delle nazionali giovanili, vincendo il mondiale Under 20, il Sudamericano e persino le Olimpiadi.
E il Napoli, già allora, aveva messo gli occhi su di lui, anche se il trasferimento arriverà solo anni dopo. Lo stesso Juan dichiara che già nel 2012 i partenopei lo avevano cercato, ma il presidente dell’Inter di Porto Alegre lo convince a rimanere. Non avrebbe voluto perderlo a nessun costo e così fu, fino al trasferimento verso l’altra Inter.
Il salto in Serie A: da promessa dell’Inter a pilastro del Napoli
Il grande salto in Europa arriva con l’Inter, una delle squadre più blasonate d’Italia.
“A gennaio ci fu l’offerta, e sono andato. Nei primi sei mesi non ho giocato, ero piccolo.

Eppure, anche in panchina, assorbe come una spugna. Giocatori come Zanetti, Cambiasso, Milito, Cordoba e Chivu diventano maestri, quasi eroi usciti dalla PlayStation con cui sognava solo qualche mese prima.
Dopo Milano, Roma è la tappa successiva. Qui Juan Jesus cresce accanto a leggende come Totti, De Rossi e Nainggolan, ma anche a giganti come Rudiger, Manolas e Dzeko, che definisce “uno che fa ancora la differenza”. La semifinale di Champions League con la Roma è un ricordo che brilla ancora, un traguardo che pochi possono vantare.
Poi, il destino lo porta a Napoli, dove oggi è una colonna della difesa di Antonio Conte. La sua versatilità, il senso della posizione e quella grinta brasiliana lo rendono un punto fermo per gli azzurri, pronto a guidare la squadra verso nuovi traguardi. E nel 2023 diventa uno dei protagonisti dello storico scudetto dopo 33 anni, un traguardo che rimarrà per sempre nella sua carriera.
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