Sul più bello il Napoli si è fermato. Ancora una volta. A Torino contro la Juve, come a Londra in Champions contro il Chelsea, come al «Meazza nella sfida scudetto di due anni fa contro il Milan. E come più volte l’anno scorso in campionato fino all’ultima occasione per qualificarsi in Champions League sprecata con l’incredibile sconfitta di Bologna.
L’esame decisivo, quello del definitivo salto di qualità ancora una volta non ha dato esiti positivi. Miglioramenti allo «Juventus Stadium» come personalità rispetto al passato, ma lo stesso una sconfitta che frena gli azzurri sul più bello, nel momento di prendere lo slancio definitivo.
Un’altra occasione persa, anche se il campionato è lungo e ci saranno le possibilità di riscattarsi, tenendo anche presente poi lo scontro diretto nel girone di ritorno contro la Juve al San Paolo. Vertigini da big match, blocco da alta classifica o comunque da partita decisiva, sia in Italia che in Europa. Scontro diretto a pari punti allo «Juventus Stadium», Napoli migliore difesa, Juve senza Buffon e Vucinic, la vigilia animata da tanto entusiasmo e buoni propositi poi il bruciante ko. Una sconfitta arrivata nel finale da gol su palla inattiva e con un jolly di Pogba, ma comunque una sconfitta.
Una crescita ancora da completare. Passi avanti sì, manca però l’ultimo guizzo. A Torino il Napoli ha tenuto bene il campo giocando alla pari della Juve ma è stato meno pericoloso rispetto al solito. Una delusione, indubbiamente, l’occasione persa per riscattare il ko in Supercoppa a Pechino che arrivò in nove contro undici.
Le chances mancate negli ultimi anni, le opportunità svanite sul più bello. Quella più grossa a Londra contro il Chelsea, gli azzurri avevano vinto l’andata 3-1. Allo Stamford Brisge sprecarono diverse palle gol sullo 0-0 e dopo il gol dell’1-2 di Inler non riuscirono a conservare il risultato che voleva significare passaggio ai quarti. Arrivò la sconfitta 4-1 ai tempi supplementari contro la squadra inglese allenata da Di Matteo che poi vinse la Champions.
La delusione l’anno precedente nello spareggio scudetto contro il Milan, gli azzurri avevano la possibilità al «Meazza» di agganciare la squadra di Allegri in testa alla classifica: finì 3-0 per i rossoneri. E poi la clamorosa sconfitta a Bologna alla penultima giornata della stagione scorsa con la qualificazione in Champions già in tasca.
La mancanza di esperienza per match ad altissimo livello, questa la motivazione principale che ha portato a fallire le partite decisive. Il processo di crescita più volte tirato in ballo da Mazzarri ha fatto riscontrare grandi passi avanti ma va ancora completata.
Fonte: Il Mattino