Il Napoli ha bisogno di Insigne, nuovo battito azzurro

Sono 11 le presenze in serie A di Lorenzo Insigne, dieci collezionate nel corso di questa stagione. A Bergamo contro L’Atalanta l’attaccante ha sfiorato il gol. Ha fatto assist di qualità ma gli è mancato il pezzo vincente. Ma ci sono delle partite che nascono mischiando sorprese e deusioni. Atalanta-Napoli è stata una di quelle partite. La sorpresa è arrivata dal fronte bergamasco con Carmona, che mercoledì sera, nel diluvio di Bergamo, ha segnato un gol da fuori area che ha terminato la sua corsa dove De Sanctis non sarebbe mai potuto arrivare. E Lorenzo Insigne, talento predestinato a una carriera luminosa, aveva bisogno di dimostrare che il Napoli poteva fare a meno di Cavani e non c’è riuscito. Si è fatto vedere nel primo tempo con una mezza girata che Consigli ha deviato in angolo e nella ripresa per un assist (rifinitura di una triangolazione) per Hamsik. In mezzo ha sbagliato un gol clamoroso (dopo un liscio di Bellini) e soprattutto non ha mai fatto valere la sua tecnica per intero. Il suo classico movimento delpieriano, la finta verso il fondo, poi la sterzata al centro e il tiro a girare sul secondo palo, non ha mai impaurito la difesa dell’Atalanta, non è mai stato preciso né efficace. Ha inciso poco o almeno non quanto ci aspettavamo da lui.

IN NAZIONALE. Nella Under 21, Insigne si sente a casa sua. Ha segnato gol belli e pesanti, accanto a Immobile ritrova l’intesa dell’anno di Pescara, l’intesa che ancora tarda a trovare nella nuova squadra. Del resto, Immobile, pur con tutto il movimento che sa fare sul fronte d’attacco, resta una punta vera, quello che non è Pandev e mercoledì sera, a Bergamo, non tutto poteva filare liscio. Ma spetta a Insigne ripagare la fiducia che i tecnici gli stanno dando, da Mangia a Mazzarri passando da Prandelli. Il ct della Nazionale ha accantonato (solo per il momento?) Cassano perché punta sul giovane napoletano, ne sta seguendo la crescita, lo vuole pronto per il Mondiale in Brasile, fra meno di due anni.

LA CRESCITA. E’ ovvio che il miglioramento di Insigne non può avvenire con la maglia della Nazionale, ma con quella del Napoli. In questa stagione ha giocato e segnato solo un gol nel Napoli in dieci presenze (ma solo due da 90 minuti) e non ha sfruttato le occasioni come sperava Mazzarri che aveva deciso (bene, si può aggiungere) di confermare Insigne dopo il periodo di prova durante il ritiro. Ma quanto ha fatto finora non basta. Cavani sovrasta tutti e la sua assenza si è fatta sentire a Bergamo dove la pressione del Napoli, nel secondo tempo, è stata tale da immaginare un esito diverso con l’uruguaiano in campo. Ma quel ruolo, quel posto di cannoniere, quando non c’è Edinson, tocca anche a Insigne.

In questa stagione stanno emergendo giovani interessanti, uno, Stephan El Shaarawy, ha già segnato 7 gol in campionato; un altro, il giovanissimo Pogba, si è già imposto nella Juventus. Ora tocca a Insigne prendere quello che il Napoli gli sta offrendo. I giovani vanno attesi con pazienza, ma in questo momento il Napoli non può aspettare.

Fonte: Corriere dello Sport

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