Il grande assente. Tribuna, per lui. Tribuna, da tifoso. Mai qualunque, per carità, perché è pur sempre di Goran Pandev che stiamo parlando, ma il vuoto c’è e resta. Maledetta caviglia, allora, che l’ha messo fuori causa da una partita che, un tipo come il macedone, non avrebbe mai voluto saltare: appuntamento importante, gran galà notturno al San Paolo, e poi il derby personale per uno che ha avuto l’Inter sulla pelle e il Milan come cugino da battere, a ogni costo, nei derby di un passato neanche lontano. Si rifarà, poco male. E anche presto, verrebbe da dire: nel mirino, ora, c’è la trasferta di Stoccolma in Europa League. Giovedì: il recupero è possibile.
LA RESA – E allora, una notte da spettatore. Una notte a maledire la caviglia sinistra, che lo ha messo al tappeto a Genova, a Marassi con il Genoa, dopo una quarantina di minuti, e soprattutto ieri, con il Milan. Una partita che Pandev non avrebbe voluto perdere, e per la quale Mazzarri ha sperato per tutta la settimana di averlo quantomeno in panchina. E invece, niente: massaggi e terapie, per quanto importanti a migliorare, non hanno guarito del tutto un problema che il macedone s’è trascinato dietro per un po’, giocandoci sopra e stringendo anche i denti. Una resa che ha spianato la strada a Insigne e dettato i ritmi della nuova tabella di recupero.
OBIETTIVO – L’obiettivo, ovviamente, è quello di riavere Goran tirato a lucido per giovedì, a Stoccolma, quando al Rasunda Stadium andrà in scena la penultima, e probabilmente decisiva partita della fase a gruppi dell’Europa League con l’Aik Solna: in palio ci sono tre punti fondamentali per la qualificazione, per il passaggio al prossimo turno, e considerando che Pandev ha saltato la partita di ieri, non sembra peregrina l’idea di vederlo in campo dal primo minuto a fare legna per se stesso, per la sua condizione atletica e per il morale, e per la squadra. Una sfida importante per il destino internazionale del Napoli. Una di quelle serate che, con qualche magia e un po’ di buona lena, potrebbero cancellare la delusione di aver dovuto limitarsi alla tribuna con il Milan.
MOMENTO DELICATO – Di certo, il capitano e la leggenda della Nazionale macedone non sta vivendo un periodo positivo. Tutt’altro: dalla trasferta di Catania, da quello 0-0 in superiorità numerica per l’intera partita, strappato tra l’altro a fatica dagli irriconoscibili azzurri, l’attaccante che Mazzarri ha sempre definito “la base del nuovo progetto e del dopo Lavezzi” non s’è mai più espresso sui suoi livelli. Quelli del fuoriclasse, sia chiaro, perché il mancino di Strumica è davvero un campione. Un genio sregolato, come tutti i funamboli, che all’improvviso ha cominciato a suonare ritmi più lenti, di quelli potenziali. Due gol per lui in campionato, con il Parma e l’Udinese – uno straordinario colpo da biliardo che valse tre punti – e un altro in Supercoppa, a Pechino, con il cucchiaio delizioso e irriverente a Buffon. Poi, stop. Inutile girarci intorno: tra l’infortunio e il calo di rendimento, il momento è delicato.
LA SVOLTA – Pandev, che in carriera ha vinto tutto di tutto, non è però un tipo arrendevole: è la sua storia che lo racconta. E tra l’altro per quelli come lui, gente di talento puro e vero, gente di emozioni e sensazioni, basta un clic per cambiare il corso delle cose. Non chiede di meglio il Napoli. Non aspettano altro Mazzarri e i compagni: Goran è stato incoronato leader sin dal primo giorno, e dunque è lecito attendersi la ripresa. La svolta. Senza Pandev sarà difficile, molto più difficile puntare ai piani più alti del campionato e dell’Europa. Sarà difficile sognare. Lo sa anche Goran.
Fonte: Corriere dello Sport