Un sorrise tipe Bramieri fa capolineo a chi legge su un leggìo qualunquista l’infiltramento del Napoli ai reni della juventità. Il Napoli è schizzate in alte come l’occhio fuori dall’orbita, e Cellini, parentado del Benvenuto furiose, al termine del tenzone ha minacciate di torture e castrazioni femminee il prendi-pallo cagliaresco la cui colpa era stata solo quella di aver accettate il calzamaglio sudaticcio e battericoso del Cresta. A sua discolpe Cellino ha sventolate un’antico astice con il popolo dei bassi, ha reclamato che è stata un’azione insensata privare del gioio gustoso della vittoria lo stadio appen appen sverniciato di fresco.
Ma che gustanza contemplare il rotondo fumante del pardon dei sardini corrucciarsi ed implodere al sorrise terrificante di Hamsik, all’abbraccie della panchinazza che ha fatto oggetto di palpanze disco-rosso l’entusiasmatico Marek.
E noi tifotici a prenderci per i capelli davanti al tivù, a sognare il didietro juventino ad un tiro di mano.Paonazzi i cagliarensi hanno cominciate a divelgere e aggredire posizionamenti radio-telegiornalistici, in un climax che vedeva salire il tensione allo spasimante.
Un goccio di paura è venuta un po’ a tutti, quei visi stravolti dal collero ci facevano ancor più stranieri in una terrestrità isola-ta. Aspettevamo il fischiozzo finale per lasciare il tribuno stampato, premurosi di avventurarce salve nella zona mix del nuovo “monumento ai caduti”.
Solo quande siamo uscite allo scoperchio, e abbiame avuto udienza del motore del nostro auto, ci siam lasciate andare a un’esultanza scostumanza: dal finestrine ventilato abbiam incuneato il braccio a guisa di paravento pioggesco, e fuggiaschi nella sera vittoriana gli isolisti schiumeggianti poteron da lontano udire:” Prrrrrrrrrrrrrrrrrrrr…”. Si dice che sia il verseggiare di un insette boschivo un po’ schivo, altre giurano che sia giunto dalle auto campane in fugo. Pier Degli Angeli ha promesse un puntato di Quarz.
Carlo Lettera
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