Quante volte si è discusso di Riccardo Bigon e dei suoi acquisti? Ci sono due fazioni nella tifoseria partenopea, quella che vive di SSC Napoli 24 ore su 24. La prima rimpiange Marino ed i suoi acquisti dal futuro assicurato, la seconda difende l’operato del fedelissimo di Mazzarri. Come al solito la verità sta nel mezzo e neanche questa volta c’è l’eccezione. Pierpaolo Marino ha fatto grande il Napoli ma, in svariate occasione, ha sbagliato degli investimenti. Basti pensare a Navarro, Datolo, Russotto. Il suo successore, Riccardo Bigon, ha smantellato quello che era il settore degli “esuberi” in maniera davvero brillante. Tanti, forse troppi, giocatori pagati dal Napoli senza vedere neanche mai la panchina o la tribuna: il caso Rinaudo è eclatante. Sotto l’operato dell’attuale DS azzurro è arrivato Edinson Cavani ma anche i vari Dumitru, Sosa, Vargas che hanno fatto tutto tranne accendere la folla azzurra. Della sfida di domenica sera contro l’Inter ci sono dei dati da prendere in seria considerazione, senza sbilanciarci in nessuna delle due fazioni.
Prende vita il Napoli bigoniano – Analizziamo gli undici titolari di Milano e vediamo che: fuori Campagnaro e dentro Gamberini, Behrami che non fa assolutamente rimpiangere Gargano, Britos che finalmente dà un’alternativa sul centrosinistra al posto di Aronica, Insigne un gioiello cresciuto nel vivaio e valorizzato con grandi operazioni di prestito. Edinson Cavani e Gokhan Inler, le punte di diamante. Tutti questi giocatori sono creature di Bigon, acquisti che, col passar del tempo, hanno ridimensionato il Napoli di Marino. Per certi versi, lo ha anche completato. La sensazione, è che il Napoli sia cresciuto molto in alcune zone del campo grazie ad acquisti mirati e dove si vede, senza ombra di dubbio, la mano dell’allenatore. Un Walter Mazzarri che ha fatto passare inosservata, almeno sul piano dei risultati, la partenza di Ezequiel Lavezzi. C’è qualcosa che però non convince, che può e deve essere migliorata. La panchina. In questo senso gli acquisti di El Kaddouri e Uvini possono essere importantissimi (a patto che Mazzarri li lasci giocare e abbatta il suo ultimo limite) ma bisogna completare il tutto con innesti di livello ed esperienza. Magari nel mercato di gennaio, dove Bigon può perfezionare un qualcosa che porta la sua firma. Che piaccia o no.