Due punti di penalizzazione al Napoli e 70mila euro di ammenda, 3 anni e 3 mesi di squalifica per Matteo Gianello e 6 mesi per Paolo Cannavaro e Gianluca Grava. Sono queste le decisioni prese oggi dalla Commissione disciplinare nazionale in merito al presunto tentativo (non riuscito) di combine della partita Sampdoria-Napoli, tenutasi il 16-05-2010.
Ancora una volta, la Giustizia Sportiva si è dimostrata poco adeguata, superata e quasi prestorica per l’utilizzo del deplorevole e sorpassato istituto della responsabilità oggettiva, presente nell’articolo 4 comma 2 del Codice di Giustizia Sportiva: “Le società rispondono oggettivamente, ai fini disciplinari, dell’operato dei dirigenti, dei tesserati e dei soggetti di cui all’art. 1, comma 5”. La domanda sorge spontanea: quale colpevolezza può avere una società se un tesserato, qualunque esso sia, ma soprattutto se questi è solito ogni domenica scaldare le tribune dello stadio, decida di commettere un illecito ( che peraltro non riesce)? Come potrebbe essere considerata, se non parte chiaramente lesa, il Napoli? Il fatto è a danno del club e non è giusto che, non solo lo subisca, ma ne paghi anche le conseguenze sul piano giuridico.
Tralasciando questo “piccolo particolare”,per cui nessuno può far nulla, tranne ovviamente chi ne abbia le competenze, ci sono altri punti che sono poco chiari.
1. Innanzitutto il caso Quagliarella. Vengono citati tre giocatori nel processo Cannavaro, Grava e Quagliarella. Perchè quest’ultimo ,chiaramente invischiato nella situazione, non è chiamato a esporre i fatti?
2. Il legale di Gianello, l’avvocato Chiacchio, ha spiegato la motivazione del mancato patteggiamento da parte del suo assistito, così: “La Procura Federale ha ufficialmente respinto la richiesta di patteggiamento di Matteo Gianello, ritenendo l’imputato poco collaborativo o poco credibile”. È pur vero che il fatto che “le ammissioni-confidenze di Gianello al poliziotto amico -come dichiara Palazzi- siano fuori da un processo, le rendono attendibilissime”, ma è altrettanto giusto che, respingendo la proposta di patteggiamento per le cause prima citate, e considerando che l’agente di polizia non era all’interno degli spogliatoi, non c’è un’effettiva certezza della responsabilità di Cannavaro e Grava.
3. Quest’estate la Procura di Bari ha condannato Portanova, inizialmente a 3 anni per illecito sportivo, in seguito ridotti a sei mesi per derubricazione ad omessa denuncia. La stessa presunta di Cannavaro e Grava. Perchè la società Bologna, non ha contratto alcuna penalizzazione?
4. Infine il punto più importante : una penalizzazione a metà campionato non è possibile, soprattutto per un episodio accaduto nel 2010. Se anche fosse stato giusto tutto questo , si sarebbe dovuto agire all’inizio o alla fine della stagione. Una sentenza nel pieno della competizione, non influisce maggiormente, e in maniera negativa, sulla condizione psicologica dei giocatori? Ed oltre a incidere sul morale, non crea una pressione mediatica insostenibile per una squadra sempre più turbata dalla situazione? Non costringe la società a rivedere gli obiettivi di inizio stagione o quanto meno li complica? Le uniche penalizzazioni in corso d’opera sono abitualmente per motivi economici( fideiussioni non pagate, stipendi arretrati, falso in bilancio..).
Tutto questo ha dell’incredibile…
ANDREA GAGLIOTTI
Riproduzione riservata