Non è bastata la brama di rivincita dei grandi ex, Aronica e Dossena, tornati al San Paolo da avversari a pochi giorni dal loro passaggio in casa rosanero. Il Napoli ha vinto abbastanza nettamente dopo un avvio tutt’altro che esaltante e che, per la seconda volta consecutiva ha risposto con un “botto” da tre punti al momento di difficoltà della Juventus capolista, nel frattempo frenata a Parma.
Cinque punti recuperati in due gare alla Juventus rilanciano sicuramente le ambizioni degli azzurri, che rientrano prepotentemente in gioco in un ipotetico discorso Scudetto, discorso in cui sono coinvolte anche Lazio ed Inter, formazioni tra le quali il Napoli veleggia, terzo in solitaria, in classifica. Ma chi lo avrebbe detto dopo la doppia, e pesantissima, debacle casalinga contro il Bologna? Quasi nessuno, ma il Napoli da quel punto, forse il più basso dell’Era Mazzarri, ha rialzato la testa ed ha (ri)cominciato con umiltà e dedizione in una difficile opera di ricostruzione psicologica e mentale e di ritrovamento di stimoli e motivazioni, forse venute leggermente a mancare dopo una striscia negativa, a cui la squadra non era mai stata abituata.
Il Napoli ha ritrovato se stesso mettendo a referto tre vittorie di fila, ma soprattutto recuperando, strada facendo, la forma migliore dei suoi uomini di punta e trovando in altri elementi, invece, importanti e valide alternative a carenze di organico derivate da cessioni e vicissitudini giudiziarie.
Nel prima casistica è lapalissiano il riferimento a Cristian Maggio, a cui evidentemente le feste di Natale devono aver fatto un gran bene, autore contro il Palermo del suo terzo gol consecutivo, il quarto in campionato; è il laterale vicentino il simbolo della rinascita azzurra, giocatore che pian piano sta tornando a livelli che gli sono più congeniali che lo hanno reso, e non a torto, uno dei migliori laterali in Italia.
Come Maggio, anche Inler ha giocato una gran partita, segnando un gol meraviglioso, e fornendo ad Insigne un assist, al termine di un’azione che ne ha messo in evidenza tecnica e potenza, che il fantasista non ha sprecato. Si vede che non è il timido e farraginoso giocatore poco apprezzato lo scorso anno; la su presenza in mezzo al campo e soprattutto dal punto di vista realizzativo adesso c’è e si vede. Lo stesso Insigne non si è lasciato pregare, segnando appunto la rete che ha chiuso la partita. Quarto gol per il folletto di Frattamaggiore ma soprattutto la gioia di poter giocare e duettare al San Paolo con il fratello Roberto, all’esordio in campionato.
Non ce ne voglia Cannavaro, ma da quando Britos è stato rispolverato, rivisitato e riproposto come centrale difensivo, non solo il reparto è più compatto (un gol nelle ultime tre gare) ma il giocatore stesso è più sicuro dei suoi mezzi, disimpegnando con eleganza o con veemenza, senza mostrare timore e trasmettendo sicurezza al reparto, qualcosa che mancava da troppo tempo ed era, fino a poco tempo fa, il vero Tallone d’Achille del Napoli. Le speranze di un anticipato ritorno del capitano (e Grava) ed una costanza di rendimento dell’uruguaiano naturalmente vanno a braccetto, entrambi fattori favorevoli al Napoli, ma nel frattempo ci si augura che questa “provvida sventura” porti ancora risultati positivi, magari calando un poker di vittorie al Franchi di Firenze.
Già, perché vinta una partita la prossima sfida contro la Fiorentina incombe e sarà sicuramente una grande partita, contro una squadra attualmente in crisi di risultati, ma composta da ottimi giocatori e guidata da un grande allenatore. Ma questa un’altra storia, che inizieremo a raccontare da domani, adesso è ancora tempo di festeggiare.