Cori contro il Napoli e i napoletani sabato nello stadio della Juventus. Replica ieri a Firenze. Nulla di nuovo nè di originale: la «solita» invocazione al Vesuvio per un’eruzione che possa «lavare» il Golfo. Nulla di nuovo rispetto alla stupidità di pochi che, però, nell’impianto bianconero vengono inopinatamente tollerati. «Verrebbe da chiedersi cosa sarebbe successo se ci fosse stata una reazione?» la domanda è di Tullio Morello, gip del tribunale di Napoli e «accusatore» dei tifosi della Juve che sventolarono sacchetti per i rifiuti durante lo scontro diretto. «In campo c’era un napoletano, Antonio Di Natale, cosa sarebbe successo se a sentire insulti contro la sua terra e la sua gente si fosse comportato come Boateng a Busto Arsizio? Spero che i giocatori napoletani e quelli del Napoli reagiscano prima o poi in maniera clamorosa rispetto a questa inciviltà che va avanti da troppo tempo senza che nessuno faccia nulla. Alcuni intonano i cori razzisti, lo stadio non si dissocia ma nessuno sanziona la società bianconera così come da regolamento. Si interviene in Lega Pro e in Serie A no. È davvero una cosa grave». Toni forti anche negli striscioni contro Marchisio esposti a Vinovo. «Gesto depecrabile ma non grave come il razzismo. Contro Marchisio si è innescata una dialettica sbagliata per le sue dichiarazioni, ma non c’è l’aggravante del razzismo. Immotivato e becero».
Ma perché i toni stanno salendo in maniera tanto volgare? «Perché c’è paura – spiega lo psichiatra Vincenzo Barretta – ma in questi episodi c’è un’evoluzione del sentimento di razzismo. Non c’è timore del diverso, del nero, dell’omosessuale o del meridionale. C’è il bisogno di veicolare la propria aggressività con un insulto razzista che è più pesante perché rivolto ad un’intera comunità. Chi usa questi cori per offendere ha un livello culturale molto basso perché crede, in questo modo, di screditare l’avversario. In maniera anonima, nascosti nella folla, si lanciano insulti senza sapere nemmeno cosa significano. Il pericolo è assuefarsi, sentire insulti razzisti senza avere un sussulto di amor proprio. Per questo è giusto sempre sottolinearli in modo negativo».
A documentare in maniera precisa quanto accaduto a Torino è il Movimento Neoborbonico: «Durante Juventus-Udinese – si legge in una nota inviata alla Lega calcio – al 40’ del primo tempo e al 32’ del secondo, sono partiti i soliti cori contro Napoli (pur non essendo presenti squadra e tifosi azzurri in quello stadio): “Vesuvio lavali col fuoco”. Premesso che il coro in questione è riferibile ad una città intera e non a squadra e tifosi; evidenzia i concetti di «mancata pulizia» e si augura la morte di diversi milioni di persone e, pertanto, non presenta connotazioni sportive o ironiche; presenta chiaramente contenuti riferibili ad “odio razziale” in quanto riferibile ad un’intera popolazione; non è stato in alcuno modo censurato dal resto dello stadio. Pertanto ai sensi della normativa vigente e in considerazione della reiterazione della stessa infrazione, lo stadio della società bianconera deve essere punito almeno con uno o due turni di squalifica».
Ieri a Firenze altri cori contro i Napoletani. «Sarebbe il caso di intervenire in maniera decisa – conclude Saverio Passaretti, presidente dei Napoli club – sono cose che fanno male al calcio. Bisogna isolare questi pochi stupidi e tenere bassi i toni. C’è una bella rivalità sportiva, è giusto che la Juventus ci tema. Ma certi limiti di civiltà non vanno superati».
Fonte: Il Mattino