Ogni grande squadra ha una sua storia passata che la nobilita e gli ricorda perché è diventata grande. Ecco, nel Napoli di oggi, a ricordare che per ogni palazzo maestoso ci sono delle fondamenta solide ci pensa ogni giorno Gianluca Grava, l’uomo della rinascenza partenopea. Prima da protagonista, poi da comprimario, ma sempre lì quando c’è bisogno. Con l’approdo in Serie A e il suo progressivo accantonamento nelle scelte, alcuni tifosi lo incominciarono a prendere in giro affibbiandogli ironicamente il ruolo di autista del Napoli, vista la sua inutilità in campo tecnico. Ma per un piccolo grande uomo come lui nessuna critica può sortire effetto, uno che quando arrivò in C dal Catanzaro non sapeva neanche stoppare bene il pallone (è vero, gli aficionados di lunga data se lo ricorderanno) e che solo 4-5 anni dopo si è trovato a marcare con successo i migliori fantasisti del campionato italiano, concedendosi pure un excursus fuori Italia, in quel di Vila Real, dove esordì in Champions League. L’emblema di chi poco ha di talento e che tutto il resto ce lo mette in sacrificio, volontà ed applicazione fuori e dentro il rettangolo di gioco. Uno che si vede condannare a 6 mesi di squalifica per un assurdo giuridico e non protesta, non esce dal seminato, ma continua a lavorare come se nulla fosse successo. Uno che poi, una volta revocata la squalifica, ha continuato come se nulla fosse successo a lavorare, sapendo che il calcio non sempre dimentica e che, talvolta, regala sempre un’altra chance. E’ così che sabato il buon Gianluca Grava da Caserta, classe ’77, all’età di quasi 36 anni, si trova catapultato in campo da titolare dopo un anno di oblio, regalando una delle sue solite prestazioni da mastino napoletano, sempre aggrappato ai parastinchi di Gomez, spaesato da tanta spasmodica attenzione. Non si può creare un gruppo solido e duraturo senza qualcuno che ricordi e porti sempre con sè il ricordo del passato di uno spogliatoio e dei suoi alti e bassi. Più che un autista, un maggiordomo, non di quelli cattivi, quelli che poi alla fine sono sempre gli assassini dei gialli, ma di quelli che sanno tutto della famiglia e sanno sempre come accogliere arrivi e partenze. Per questi motivi, uno, dieci, cento Gianluca Grava!