Tocca a lui mettere ordine, per evitare che le voci sul futuro prendano ancora il sopravvento sul presente. La sconfitta di Verona ha fatto traboccare il vaso della crisi, mettendo a serio rischio anche il ritorno del Napoli in Champions League, più indispensabile di uno scudetto per il progetto di Aurelio De Laurentiis. La squadra è in panne e ha smarrito i suoi punti di riferimento: Mazzarri in panchina, Cavani in campo. E il presidente si è deciso a entrare in azione. Lo aspettano a Castel Volturno da un momento all’altro: forse già oggi pomeriggio, alla ripresa degli allenamenti. De Laurentiis parlerà ai calciatori e chiederà ad ognuno di dare il massimo per non fallire il traguardo del secondo posto, concentrandosi solo sul presente ed evitando di pensare al futuro: quanto mai incerto. Ci sono infatti tutti i segnali di un ciclo ormai agli sgoccioli: dalla palese insofferenza di Mazzarri, che ha i bagagli già fatti, al tunnel finora senza uscita in cui s’è infilato Cavani, mentre le voci sulla sua partenza alla fine della stagione si fanno sempre più insistenti. Ma prima dei saluti restano dieci giornate, decisive per la permanenza del Napoli ai massimi livelli. Nulla è più importante per il club del ritorno in Champions, che deve dunque avere la priorità assoluta perfino sulla sorte del tecnico toscano e dell’amato Matador. Per questo il presidente s’è convinto a rompere gli indugi e a scendere in campo in prima persona. Mazzarri ha giustificato il ko di Verona col presunto disfattismo intorno alla squadra, negando ancora una volta l’evidenza della crisi: chiara anche agli occhi dei giocatori. Nessuna autocritica invece per il black-out (tattico, fisico e mentale) del Napoli e per il caos alimentato dalle voci sul suo contratto, molto più destabilizzanti delle critiche.L’allenatore ripete dall’inizio del campionato lo stesso ritornello. «Parleremo del mio futuro a fine stagione, non ci vedo niente di anormale…». Ma è risaputo che i progetti si fanno in primavera, non in estate. Ed è impensabile che De laurentiis rimanga con le mani in mano fino a giugno, senza preoccuparsi di trovare delle soluzioni diverse. La panchina azzurra non resterà senza padrone e di nomi ne circolano infatti già un paio. Non è un mistero la cotta di vecchia data del presidente per Luciano Spalletti: la prima opzione del Napoli per il dopo Mazzarri. Ma è altrettanto autorevole anche la candidatura di Stefano Pioli, che De laurentiis ha prezzato parecchio da avversario nelle recenti sfide contro il Bologna in campionato e Coppa Italia. Il presidente, però, non uscirà allo scoperto fino alla fine della stagione, per non compromettere la volata Champions. Lo spogliatoio è già abbastanza turbato dall’incertezza attuale ed è il momento di fare quadrato, non di alimentare ulteriori voci sul futuro della squadra. Servono piuttosto garanzie. E De Laurentiis piomberà a Castel Volturno proprio col preciso intento di rassicurare tutti sulla serietà del progetto Napoli, che continuerà ad essere ambizioso. Nessuno è insostituibile, secondo il presidente. Nemmeno Cavani, perché con i 63 milioni della sua eventuale cessione il club azzurro avrebbe le risorse per costruire comunque una grande squadra. Farebbe invece danni gravi la rinuncia a un posto in Champions, da scongiurare a ogni costo. L’unico modo per non mancare il traguardo è dunque remare nella stessa direzione, nell’interesse di tutti. Vale anche per il Matador e Mazzarri, che dovranno fare il massimo fino alla fine per congedarsi — se addio sarà — da vincitori e non da sconfitti. Il San Paolo, domenica, s’aspetta una prova d’orgoglio dall’allenatore e dai giocatori. Il futuro è adesso: contro l’Atalanta.
Fonte: La Repubblica