Torna a splendere il sole su Napoli e sul Napoli, torna la vittoria per gli azzurri e il sorriso sulle facce di giocatori, tecnici e ovviamente tifosi, ma è davvero passat’ ‘a nuttat’?
Per rispondere a questa domanda, è necessario partire dai numeri, nelle ultime 5 gare (Lazio, Sampdoria, Udinese, Juventus, Chievo) il Napoli ha segnato 2 gol, incassandone 5, peggiorando di molto le proprie prestazioni realizzative e difensive.
Andiamo a vedere in queste gare cosa è successo leggendo le statistiche di gara, e scopriamo il primo dato interessante, il Napoli ha sempre avuto un netto possesso palla contro tutti questi avversari dal 53% contro la Juventus fino al 62% contro il Chievo, ma come tutti sappiamo tenere la palla più dell’avversario non basta per vincere una partita, e allora andiamo a vedere se la qualità di questo possesso, e scopriamo che la percentuale di passaggi riusciti è compreso tra il 64% e il 69%, in ogni singola gara quindi maggior possesso palla degli avversari e miglior precisione nei passaggi, un dato che è perfettamente in linea con quelli delle gare vinte prima di quest’ultima crisetta di risultati, quindi nessuna anomalia.
Ovviamente tenere la palla e farla girare nella propria metà campo consentirebbe di avere ottime statistiche pur magari non tirando mai in porta, e allora andiamo a considerare altri due dati, ovvero la supremazia territoriale (tempo trascorso nella metà campo avversaria) , tiri in porta (e totali) e % di pericolosità (indice che misura la produzione offensiva di una squadra, capacità di verticalizzare, tenere palla, giungere la tiro, creare occasioni da rete), e qui scopriamo che il Napoli in queste gare pur avendo avuto sempre la supremazia territoriale, giocando per più tempo nella metà campo avversaria, ha prodotto però una media di 14 tiri, di cui meno di 6 a partita nello specchio (un dato di molto inferiore a quello medio delle gare gare vinte) e ottenendo un indice di pericolosità compreso tra 37% e 56%, anche qui un dato inferiore a quello delle gare vinte.
Nella gara con l’Atalanta, possesso palla 61%, passaggi riusciti 65%, supremazia territoriale netta, 25 tiri di cui 10 nello specchio e indice di pericolosità 89%, come balza all’occhio la produzione offensiva è praticamente raddoppiata.
Cosa deduciamo leggendo questi dati?
Il Napoli anche nelle gare in cui non ha vinto è riuscito a tenere il pallino del gioco, ma avversari con baricentro molto basso hanno reso difficile trovare la giocata per finalizzare negli ultimi 16 metri, ora le ragioni di queste difficoltà sono sicuramente molteplici, non è sfuggito a nessuno il fatto che la squadra corresse forse non meno, ma comunque male, che mancasse in troppi giocatori la brillantezza nel breve e la capacità di arrivare per primi sulla palla e vincere contrasti, conquistando quelle che usualmente si chiamano “seconde palle”, e che non avendo alternative valide (calci piazzati, schemi su calcio da fermo) per gli azzurri fosse diventato molto difficile segnare.
La gara con l’Atalanta dal punto di vista statistico segna una svolta, è chiaro che il Napoli ha prodotto moltissimo e senza i due errori in difesa avrebbe probabilmente vinto senza rischiare con ampio margine, certamente ha contribuito un terreno di gioco all’altezza che ha consentito di giocare palla a terra con scambi veloci e tocchi di prima, certamente ha avuto un peso consistente la ritrovata brillantezza di giocatori come Behrami, Zuniga, Pandev, Cavani, senza dimenticare Hamsik, e gli innesti fondamentali di Armero (convincente una volta spostato nel suo ruolo) e Insigne.
Si deve sottolineare come l’Atalanta si sia sbilanciata solo nella fase centrale del primo tempo, quando il Napoli ha avuto ben tre nitide occasioni di raddoppiare e triplicare il punteggio, ma che poi sia rimasta quasi sempre abbottonata con due linee di quattro uomini, per poi passare nel finale con una difesa a cinque, e allora altra nota positiva, il Napoli è riuscito a costruire e poi segnare pur contro una squadra arroccata in difesa.
Tutti gli elementi considerati ci portano a pensare che l’Atalanta possa essere un punto di svolta, con due elementi di attenzione da non sottovalutare, il primo è la tenuta difensiva, per larghi tratti della stagione la difesa ha dato garanzie che sembra aver smarrito, è indispensabile ritrovare automatismi e concentrazione, e secondo la gestione degli esterni, sarebbe auspicabile un minor integralismo di Mazzarri nell’ostinarsi a schierare Maggio e Zuniga, Armero e Mesto hanno dimostrato di poter offrire un valido contributo quando schierati, ed è indispensabile per la riuscita del gioco degli azzurri avere esterni in perfetta efficienza che si sovrappongono, che tagliano verso l’area (rigore su Zuniga, Armero nell’assist a Pandev).
La riprova l’avremo alla ripresa, sul campo del Torino, il gioco di Ventura è molto offensivo e offrirà ovviamente spazi per manovrare e ripartire, sarà necessario il miglior Napoli per dimostrare di essere davvero tornare e riprendere la marcia tenendo a distanza il Milan.
Andrea Iovene
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(Dati statistici forniti da Panini Digital per Lega Serie A)