La fine della stagione si avvicina, solo nove partite di campionato separano il Napoli dalla conclusione della stagione 2012/2013. Difficile dire come finirà l’annata, quasi irraggiungibile il sogno scudetto con la Juventus lontana nove punti, importante, fattibile ma difficile l’ottenimento della seconda piazza, che vorrà dire Champions League diretta, difficile perchè il Milan targato Balotelli ed El Sharawy ha dimostrato forza e convinzione.
La fine della stagione vorrà dire anche chiarezza per il Napoli e soprattutto per la situazione di Walter Mazzarri. Il tecnico in scadenza di contratto ha dichiarato fin dall’inizio della stagione di volerne attendere il termine per decidere sul suo futuro, valutando la possibilità di allontanarsi per un anno dal calcio giocato, o comunque dal Napoli.
Questo ha portato per un pò di tempo chiacchiere, critiche e indiscrezioni, che come consuetudine prendono più corpo e più costanza con l’avvicinarsi della scadenza.
Ma se il cambio di allenatore sembra ormai una possibilità reale e concreta e infondo nel calcio oramai è una costante, un fattore frequente e abituale, per il Napoli potrebbe voler dire un grande cambiamento.
In primo luogo Mazzarri è stato forse il simbolo della rinascita piena degli azzurri, dopo l’era Reja e della doppia promozione, Mazzarri è stato l’uomo simbolo di un Napoli forte, coraggioso, del ritorno in Europa e della vittoria della Coppa Italia, cose non di poco conto. Tutto questo ha sviluppato, al di là delle numerose critiche piovutegli dai tifosi, un forte attaccamento tra questi e il tecnico, una forma di attaccamento, rispetto e gratitudine.
Quello che piace di Mazzarri è anche il carattere a volte un pò scontroso e presuntuoso ma che invoglia e incoraggia sempre i tifosi, e come dimenticare il fattore “manica corta” che sembrava quasi essere divenuto un rito domenicale.
Oltre all’aspetto affettivo l’addio di Mazzarri comporterebbe anche una rivoluzione tattica. Mazzarri ad oggi è uno dei pochissimo tecnici della Serie A, in tutto 3 – 4, ad adottare un modulo con la difesa a 3, che era presente anche con Reja. L’avvento di qualcuno come Stefano Pioli, attuale tecnico del Bologna, porterebbe per la prima volta nell’era De Laurentiis la difesa a 4, con la presenza di terzini di ruolo e non più esterni di fascia, e la presenza di un centrocampo a 4 con due punte, o a 3 con un trequartista e una punta, cosa che rivoluzionerebbe anche l’utilizzo e il ruolo di Marek Hamsik, abituato a galleggiare tra le linee di centrocampo e attacco.
Un cambio quindi che sarebbe forte e radicale sotto tutti i punti di vista, una nuova partenza e una nuova vita che sarebbe tutta da affrontare per squadra e tifosi.