C’era una volta… e se chiudi gli occhi ritorna…

abbraccioC’era una volta una squadra nuova. Un gruppo di uomini, di giocatori, di professionisti, che si lanciavano con coraggio in ogni sfida, non affidandosi  nè al caso nè alla stanchezza degli avversari. Ma, esclusivamente, alla propria forza, alla proprie capacità, alla propria classe.

C’era una volta, o meglio pochi mesi fa, una squadra che sognava. Che fissava il cielo, perchè la terra non era più all’altezza delle proprie aspettative, dei propri desideri.

C’era una volta una squadra che desiderava vincere tutto, ed era pronta a combattere fino alla fine…E ci stava riuscendo.

C’erano tanti goal, tanti tocchi di classe, tanta corsa e velocità.

C’erano le prestazioni da oscar e la spettacolarità della mole di gioco, che non facevano rimpiangere un consueto riposino pomeridiano, che proprio la domenica, a causa del lauto banchetto, sembra irrununciabile.

C’erano le vittorie che rigonfiavano di orgoglio l’animo di una tifoseria martoriata, schernita e vessata, dentro e fuori dall’ arena di gioco.

C’erano una volta(ma forse ci sono ancora) campioni che apportavano ad ogni partita quel quid alla squadra, che lasciava presumere che il grande passo, il salto di qualità tante volte profetizzato, si stava materializzando ora, adesso, subito.

C’era un clima sereno, la fama di eroi, la fiducia degli scettici.

C’era un allenatore, che recitava, in caso di difficoltà, la formula magica: qualche gesto di mano, un fischio, un grido, uno schiocco di dita, un battito di mani, un saltino di stizza, un cappotto scaraventato sulla panchina e paroline sussurrate,(borbottamenti per le orecchie umane)…e per magia, la porta  avversaria tornava ad essere perforata.

C’è una squadra stanca, spezzata tra i reparti, poco lucida, demotivata, che rassicura i tifosi a voce, ma smentisce tutto sul campo, con prestazioni poco convincenti, una costruzione macchinosa, poco fluida e volta allo spreco, con poche finalizzazioni, molte delle quali finiscono troppo…troppo..alte..troppo lontane dal crederci.

Eppure, dai primi sentori positivi percepiti nell’ultima partita, si intravede una squadra che ha voglia, e piano, anche la forza e la costanza di uscire da questa crisetta, più fisiologica che cronica, e ripartire da dove si era lasciata una virgola, un punto in sospeso, e trovare una conclusione…da fiaba.

Ci sarà una ribalta, ci sarà una rivincita, ci sarà uno scossone, ci sarà un pò di gioia dopo tanta amarezza. Ci saranno nuovi stimoli.

Perchè in fondo quel che c’era..c’è ancora.

Difficile a credersi?…E’ pure è nell’aria.

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Alina De Stefano

 

 

 

 

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