“Per il ruolo di regista della Nazionale non credo non ci sia nessuno degno di me, anzi: credo che Verratti o Luca Cigarini possano rimpiazzarmi veramente alla grande”. Firmato Andrea Pirlo. Un’ investitura importante per due giovani e talentuosi centrocampisti italiani. Nomi che però ruotano intorno all’orbita Napoli senza sosta con cognizioni di causa completamente diverse. Se Marco Verratti, ex Pescara e ora in forza al Psg rappresenta il sogno di Aurelio De Laurentiis, sfumato lo scorso anno per colpa dell’altisonante richiamo arrivato dalla Francia firmato Ancelotti-Leonardo e con suoneria il tintinnio dei milioni dello sceicco, Luca Cigarini invece è passato da Napoli ma senza lasciare traccia. Acquistato da Pierpaolo Marino nel 2009 (trattativa conclusa prima con l’Atalanta e poi con il Parma, entrambe proprietarie del cartellino, per una spesa complessiva di 11 milioni di euro) il giovane regista azzurro arrivò alla corte dell’allora allenatore Donadoni con la voglia di affermarsi in una piazza importante e soprattutto di potersi finalmente conquistare la Nazionale e diventare protagonista con entrambe le maglie azzurre. Tutto questo però s’interruppe ben presto. Con Donadoni il minutaggio non fu ottimo, anzi l’ex coach della Nazionale gli preferì a più riprese Bogliacino nel ruolo di regista con la solita attenuante del periodo di ambientamento. Ma il progetto Donadoni fallì ben presto e con lui da Napoli fece le valigie anche Pierpaolo Marino, suo grande estimatore, per far spazio al duo Mazzarri-Bigon. Il nuovo 3-4-2-1 del tecnico toscano non si integrava con le caratteristiche fisiche e tattiche del giovane emiliano. Ma Luca provò a farsi più volte trovare pronto per dimostrare il suo valore anche nel ruolo di mediano. Delle 28 presenze complessive, impresse negli occhi dei tifosi resteranno il gol del 1-2 al volo che diede in là alla rimonta in extremis sul Milan, ed una prestazione eccellente in un Livorno – Napoli 0-2, premiata con un suo gol su punizione che diede al Napoli il pass per credere nell’accesso in Europa. Ma tutto questo non bastò per guadagnarsi la permanenza in azzurro. Nell’estate 2010, con l’arrivo di Yebda, Bigon spedì il giovane regista in Spagna, al Sevilla. Tante buone giocate ma anche troppo poco spazio avuto in Andalusia per dimostrare il suo valore concludendo la stagione con la consapevolezza di aver perso l’ennesima occasione per affermarsi definitivamente. Decide allora di ritornare a Bergamo, all’ Atalanta, questa volta in prestito secco, dal suo grande estimatore, Pierpaolo Marino, e da Stefano Colantuono che voleva disegnare su di lui un’ Atalanta che vuole guadagnarsi la permanenza in A nonostante un pesante -6 iniziale. Classe, ordine, disciplina e tanti assist sui calci piazzati lo portano finalmente alla ribalta. Ma Mazzarri non lo ritenne ancora adatto per il suo gioco e Marino riuscì a strappare a Bigon un accordo per un nuovo prestito secco con un diritto di riscatto per la metà pari a 4 milioni. La stagione in atto sembra essere quella della definitiva consacrazione e le parole di Pirlo sembrano essere l’investitura ufficiale. Milan, Inter e con prepotenza il Torino sono rimaste stregate dal talento emiliano ma dovrann scontrarsi con il Napoli, forte del contratto rinnovato poco tempo fa fino al 2015. Che finalmente, sia con Mazzarri che senza Mazzarri, il Napoli possa riabbracciare il suo talento e costruire su di lui un nuovo ciclo? Che Cigarini possa dimostrare l’elemento di qualità in mezzo al campo che tutti pretendono e che Bigon forse cerca? Solo il tempo potrà dimostrare tutto questo. L’ideale sarebbe puntare su questo talento, per far sì che l’ennesimo diamante, considerato a Napoli “grezzo”, non diventi oro puro da qualche altra parte d’Italia.