Genova – «No, di Genoa-Siena non parlo. Sono tornato in Brasile per stare un po’ con mio padre che non sta tanto bene. E anche per trovare una squadra che mi dia la possibilità di giocare. Perché quando giocavo in Brasile ero un campione, da quando sono andato al Genoa sono diventato un giocatore di merda». Quello che parla da casa sua, a Promissao, è uno Zé Eduardoche non è più Zé Love. È amareggiato, triste, deluso. Un giocatore di calcio senza squadra, un giocatore di calcio senza pallone. Uno che nel luglio 2011 vinceva titolo e Copa Libertadores con il Santos e due anni dopo ha messo insieme 17 partite di serie A, molte delle quali neppure da titolare. Una meteora, anzi un meteorite, visto che non vuole certo arrendersi e va all’attacco di chi lo ha trattato male in questi due anni.
Sabato c’è Genoa-Siena. Doveva essere la sua partita, invece si trova a migliaia di chilometri dal Ferraris. Più triste o più deluso?
«A dicembre avevo già un accordo con il Vasco per andare da loro. Era tutto fatto ma poi il Genoa ha voluto un milione per il prestito. La trattativa è saltata, sono tornato a Siena dove però avevano già comprato altri due attaccanti. Per tre mesi ho fatto solo preparazione atletica, niente pallone. La stagione sta finendo, ho chiesto il permesso al presidente di venire qui per stare con la mia famiglia. Certo, sono triste e deluso».
Almeno guarderà la gara in tv?
«Vedremo e comunque non ne voglio parlare. Dio farà vincere chi merita di più. Al Genoa ho lasciato tanti amici, come Jankovic, Frey e Jorquera. A Siena mi sono trovato bene, anche se non volevo andarci: con Cosmi ho giocato e segnato, poi mi sono fatto male e tutto è cambiato».
Fonte: Il Secolo XIX