I periti del gip non hanno dubbi: “Tutti i membri dell’equipe medica hanno omesso di impiegare il defibrillatore. Tutti i medici sono chiamati a detenere nel proprio patrimonio di conoscenza professionale il valore insostituibile del defibrillatore”.
Un affronto pesante che spiegherebbe però uno dei motivi che ha causato il decesso di Piermario Morosini, ‘ex calciatore del Livorno. Un altro motivo (sempre secondo gli esperti), oltre al mancato utilizzo dell’apparecchio medico, è lo sforzo fisico al quale è stato sottoposto il calciatore.
Nel comunicato diramato dai periti, la responsabilità del mancato utilizzo del defibrillatore è da attribuire al medico sociale del Pescara ed al medico sociale del Livorno, ma principalmente a Vito Molfese, medico del 118, il quale “avrebbe dovuto riconoscere il mancato utilizzo del defibrillatore ed operandone l’impiego ad un tempo in cui una defibrillazione esterna si sarebbe associata ad unaprobabilità di sopravvivenza ancora piuttosto elevata (circa 60 – 70 per cento)”.
Non si placano dunque le polemiche intorno alla morte di Morosini, ma una domanda sorge spontanea: era una morte evitabile?