MATAD’ORO\ Superato Careca, morale alle stelle: le “mani” di Cavani sulla Pasqua azzurra

538795_522229614485412_335360073_nC’è stato un momento in cui terribili presagi, dettati da una tradizione pre-pasquale non proprio favorevole, stavano per concretizzarsi, sollecitati soprattutto da svarioni e concessioni che neanche il più magnanimo degli esseri viventi avrebbe tollerato. L’inspiegabile perseveranza della retroguardia azzurra nell’indirizzare gli avversari verso la rimonta ha intaccato l’emotività di tifosi e addetti ai lavori. L’autolesionismo, l’eterno inciampo partenopeo, la capacità di distruggere con superficialità le basi di un sicuro approdo: sciagurati elementi condensati in pochi giri di lancette, che si sono dilatati a dismisura quando una mano (o un braccio) l’ha data addirittura il Matador, subentrato a partita in corso dopo un’odissea internazionale.

La rima leggerezza-stanchezza era già lì bella che servita, da includere nel vortice di malelingue affettive e professionali sorte durante l’ultimo periodo. Il varco temporale dell’imprevedibilità continuava ad espandersi, costringendo gli interpreti azzurri a percorrere con passo incerto la sottile linea del dentro o fuori. Ecco, è stato quello il frangente in cui è cambiato tutto, in cui Cavani ha teso un’altra mano (stavolta benevola) con lo scopo di dare un esito concreto alla ritrovata determinazione del gruppo Mazzarri. Squarci fragorosi in grado di mandare in tilt la dimensione della beffa, figli del ben noto repertorio di un atleta unico insediatosi, grazie all’ennesimo record, nei libri della storia del calcio.

Il vero scontento della serata, forse, è stato Careca, superato dall’uruguaiano nella classifica dei marcatori del Napoli di tutti i tempi grazie ai novantasette centri messi a segno in appena tre anni. Roba da far tremare i polsi, ma comprensibile quando si parla di campioni trasversali, punti di riferimento per la vena morale del collettivo. Non a caso, tutti, ma proprio tutti, hanno sbandierato all’unisono, ai microfoni delle varie emittenti televisive e radiofoniche, la riaffermazione della carica agonistica dei periodi migliori. Con una maggiore concentrazione, quindi, questi presupposti sono destinati ad avere la realizzazione finale che in molti auspicano, accompagnandola, magari, ad un altro obiettivo personale del Matador. Altafini, Vojak, Sallustro e Maradona sono avvisati. Sì, anche Lui.

Giorgio Longobardi

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