L’editoriale di Luciana Esposito: il Napoli sfata la maledizione del sabato Santo

editoriale_luciana_espositoE’ una Pasqua insolita per Napoli, abituata a farsi andare di traverso il primo pezzo di casatiello ingerito durante il sabato Santo, per “merito/colpa” del Napoli che, sovente, in occasione della partita che cade in corrispondenza di tale festività, delude e non vince.

Una sorta di tradizione ufficiosa, un cerimoniale che si ripeteva da diversi anni, quello secondo il quale nell’anticipo pre-pasquale gli azzurri si rendevano autori di prestazioni discutibili e blande, riuscendo, nella migliore delle ipotesi, a conseguire uno stentato pareggio.

Anche ieri sera il banchetto era apparecchiato con tutte le premesse necessarie per rispettare il rito della non vittoria.

I profumi delle storiche tradizioni culinarie partenopee hanno accompagnato l’attesa che contraddistingue la scesa in campo degli azzurri fin dalle prime ore dell’alba, ma in prima serata, le special guest star casatiello e pastiera, hanno dovuto lasciare la scena al Napoli che ha vestito l’abito scuro, scendendo in campo per misurarsi contro il Torino alle 21, allorquando i calciatori delle altre squadre erano già in pantofole, pronti a godersi lo spettacolo, in poltrona, davanti alla tv.

I molteplici titolarissimi impegnati con le Nazionali, il toto-formazione che ha tenuto banco finché non sono state diramate le formazioni ufficiali, Cavani che parte dalla panchina, complice il suo tardato arrivo a Torino e poi, “la maledizione del sabato santo”!

Tuttavia, gli azzurri hanno saputo stravolgere pronostici, statistiche e tabù per riscrivere una nuova, incredibile storia.

Partita al cardiopalma, nell’ambito della quale, fino al triplice fischio del direttore di gara, il presagio che tutto e il contrario di tutto può accadere, predomina il clima e scandisce i battiti dei cuori azzurri. Partita emozionante, avvincente, combattuta, divertente, imprevedibile che palesa una delle regole non scritte di questo sport, ma che, sovente, il campo decreta come verdetto insindacabile: nel calcio, mai nulla è scontato.

Dzemaili si è travestito da Cavani e per una volta è stato lui a portare il pallone a casa dopo la partita, siglando una tripletta maturata da altrettanti tiri calciati da fuori area: una delle specialità dello svizzero, tuttavia, la sua performance sorprende e, al contempo, entusiasma.

Edinson ci prova comunque, seppur subentrando nella ripresa, intorno al 60′. I suoi occhi affamati di gol, lasciano presagire che Dzemaili rischia di ritrovarsi a contendere il pallone con il Matador a fine gara.

A Cavani bastano, infatti, poco più di 30 minuti per mettere a segno una doppietta.

La prima rete, tra l’altro, scaturisce da una pregevole punizione, calciata in maniera encomiabile dal fuoriclasse uruguaiano che, uccide, così, il fantasma di un’altra strega che aleggiava da tempo sulla squadra azzurra: l’incapacità di segnare da palle inattive. Una scorpacciata di gol che all’ombra del Vesuvio mancava da tempo, così come la conquista dei tre punti in trasferta, nonché il conseguimento di una vittoria tanto nitida e rotonda.

In mezzo a tale tripudio di numeri ed entusiasmo, ci sono i nomi Barreto, Jonathas, Meggiorini e la difesa azzurra che evidenzia limiti e lacune.

Eppure, grazie a quei due, gli orrori difensivi passano in sordina, così come l’errore dal dischetto di Hamsik, offuscati dalla luce dell’eccelsa beltà dei 5 gol segnati dal tandem svizzero-uruguaiano.

Dalle uova azzurre si schiude un risultato che difficilmente i cuori partenopei potranno lasciare sbiadire.

E allora si che a Napoli e per Napoli può essere una felice Pasqua.

Luciana Esposito

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